Con piacere partecipo al gioco di
Patricia Moll che con il suo Myrtilla's House ha lanciato questa bella iniziativa
di aggregazione: "Insieme Raccontiamo". Edizione 27
Patricia scrive un incipit e noi
aggiungiamo un finale.
QUI le regole
del gioco e la descrizione dell'iniziativa-
Spero di darvi qualche istante di
divertimento con questo mio raccontino.
Il suo incipit
Si stava preparando il
caffè pensando a cosa avrebbe dovuto fare per sistemare una determinata
questione. La tivù era accesa come sempre, un sottofondo che ormai quasi non
sentiva più.
Improvvisamente il
volume audio si alzò in maniera assordante. Si voltò. La tazzina le cadde dalle
mani.
C’era una sua foto
sullo schermo. Una foto di tanti anni fa, quando ancora era una ragazza piena
di speranze e carina.
“Vi mostriamo la foto
della ragazza scomparsa. Chiunque la vedesse è pregato di rivolgersi alle Forze
dell’Ordine. Ricordiamo che è introvabile da ieri pomeriggio e che al momento
della sparizione indossava blue jeans azzurri, felpa rossa con la scritta
bianca my sweet love, scarpe da ginnastica blu. Risponde al nome di….”
Il mio finale
Non ascoltò altro.
Conosceva benissimo quel nome. La televisione tornò a trasmettere a volume
basso. Altre immagini. Decise di spegnerla.
La donna si chinò a
raccogliere i cocci caduti.
In silenzio.
Grosse lacrime lambivano
le palpebre arrossate. Quando alla fine presero a scendere sulle guance, lo
fecero lentamente. Calde, consistenti. Attraversando il corridoio che dalla
cucina portava alla camera da letto, si soffermò a guardarsi nello specchio che
sovrastava una vecchia consolle in legno. Non era più la bellezza di
venticinque anni prima, ma restava sempre una bella donna, per quanto le rughe
amare di espressione rendessero il volto più cupo, quasi dolente.
Giunta in camera si
spogliò davanti all'ennesimo specchio dell'armadio e si coricò a letto. La
fitta al petto che l'aveva accompagnata tutto il giorno si fece prepotente. Non
ebbe paura. Aspettò.
Di nuovo la
televisione prese vita. Una vecchia canzone risuonò a tutto volume. Ancora una
volta non si spaventò. Portò le mani al petto e premette con tutta la forza.
Sentì una pressione delicata sul dorso delle mani. Aprì gli occhi.
Sua sorella era lì
accanto a lei, seduta sul bordo del letto. Bellissima. Giovane.
La sua gemella.
«Ti ricordi quanto ci piaceva cantare quella canzone?»
La donna disse di sì con
un cenno del capo. Il dolore al petto era svanito.
«Ti ricordi come ci arrabbiammo quando facemmo stampare la
scritta sulla felpa e ci ritrovammo scritto love invece di Lord?»
La donna sorrise per
quell'equivoco che poi, invece, le aveva divertite
«Vieni con me, andiamo.»
Tenendosi per mano si avviarono. Lo
sguardo della donna cadde sull'immagine riflessa sullo specchio da camera, vide
due ragazze identiche, ambedue indossavano una felpa rossa con la scritta
bianca "my sweet love". Subito dietro, nel letto, il corpo sdraiato di
una donna più matura. Il volto sereno, le rughe di espressione distese in un
lieve sorriso.
Le note di My sweet lord continuarono
a riempire la casa, la voce di George Harrison intonava dolcemente … I really
want to see you
Really want to
be with you
Really want to
see you, Lord
But it takes so
long, my Lord...
© 2017 di Massimiliano Riccardi