scrivere per vivere vivere per scrivere

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La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. (René Descartes) ********************************************************************************************** USQUE AD FINEM

venerdì 22 aprile 2016

Meme cinefilo, 25 domande cinematografiche... indiscrete




Dopo il post de "la nostra Libreria", quello di Ivano Landi, di Miki Moz, continuo il meme, doveroso, immancabile appuntamento trattandosi di cinema. Domande secche e risposte secche, non esaustive sui miei gusti ma meglio che niente.


1. Il personaggio cinematografico che vorrei essere
Da ragazzino sognavo di vivere le avventure di Tarzan, ma anche il Corsaro Nero non mi dispiaceva, da pre-adolescente un qualunque personaggio interpretato da John Holmes (hehehe), poi più nulla … anche se Vito Corleone mi stuzzica parecchio.

2. Genere che amo e genere che odio
Dipende dagli stati d'animo, se voglio rilassarmi e non pensare a niente un bel film di guerra stile 38° parallelo, La grande fuga, o un western di John Ford o Sam Peckinpah. Di solito guardo di tutto, con una predilezione per il noir anni '50, le riduzioni cinematografiche delle opere di Tennessee Williams (tutte), film con Steve Mcqueen, Al pacino, Orson Welles, adoro Sordi, Totò, ma la lista sarebbe lunga, ripeto, il cinema mi piace quasi tutto. Non c'è un genere che odio, forse i film di natale o similari.
3. Film in lingua originale o doppiati
Lingua originale a piccole dosi, normalmente doppiati.
4. L'ultimo film che ho comprato
Un dvd fatto arrivare dalla Grecia: "La collina del disonore" con Sean Connery, lo avevo in cassetta ma in dvd all'epoca (forse anche ora) introvabile in Italia.
5. Sono mai andato al cinema da solo
No
6. Cosa ne penso dei Blu-Ray
Nulla, non penso nulla, ho solo dvd
7. Che rapporto ho con il 3D
Non mi piace, mi urta il sistema nervoso
8. Cosa rende un film uno dei miei preferiti
Sceneggiatura, musica, dialoghi, fotografia.
9. Preferisco vedere i film da solo o in compagnia
Da solo, mi viene voglia di picchiare chi commenta il film, 

oppure con mia moglie guardando i film che piacciono a lei, adoro vederla divertita o commossa  secondo i casi.
10. Ultimo film che ho visto
Macbeth con Fassbender
11. Un film che mi ha fatto riflettere
Teorema di Pier Paolo Pasolini
12. Un film che mi ha fatto ridere
Zoolander
13. Un film che mi ha fatto piangere
La gatta sul tetto che scotta, il monologo di Burl Ives sul padre
14. Un film orribile
Cinepanettoni vari
15. Un film che non ho visto perché mi sono addormentato
Scene da un matrimonio di Ingmar Bergman

16. Un film che non ho visto perché stavo facendo le cosacce
Mi vien da ridere …  primi anni novanta, portavo a casa una fidanzata mettevo su Glory, tutte le volte, e tutte le volte non andavamo oltre i titoli di testa. Rivisto dopo anni e mia moglie che mi guardava come fossi un mentecatto mentre ridevo anche durante le scene più drammatiche. Hahahahah è un mondo difficile.

17. Il film più lungo che ho visto
La meglio gioventù, credo, ma ne ho visti di film da piaga da decubito.
18. Il film che mi ha deluso
Il gladiatore
19. Un film che so a memoria
Il Padrino
20. Un film che ho visto al cinema perché mi ci hanno trascinato
Rambo 3, non sono più amici miei
21. Il film più bello tratto da un libro
Il buio oltre la siepe, anche se non proprio in linea con il romanzo

22. Il film più datato che ho visto
Credo Cabiria, una versione restaurata.
23. Miglior colonna sonora
Qualunque Morricone, ma anche Dimitri Tiomkin non scherzava, non cito i film che usano le canzoni, anche se bellissime come ne "Il grande freddo",  troppo facile così. Compositori, voglio compositori.
24. Migliore saga cinematografica
Il Padrino, assolutamente
25. Miglior remake
Assolutamente Gli ammutinati del Bounty, quello con Marlon Brando, surclassa alla grande quello con Clark Gable del 1935.

Ora vediamo chi si butta nella mischia, forza blogger!!!


(NOI GENOVESI AL CINEMA)


lunedì 11 aprile 2016

Arzigogolando, inutilmente. Insomma, le solite facezie


Strano periodo questo, per me lo è sicuramente, più in generale sembra quasi che tutti siano necessariamente obbligati a vivere su piani sfalsati. Forse un tempo era tutto più semplice: necessità contingente; sopravvivenza; nemici riconoscibili; sentimenti di appartenenza forti e saldi.
Oggi appare tutto caotico, appare.
Piani sfalsati. A livello emozionale reagiamo al circostante con le poche armi che la nostra cultura ci fornisce, ma è tutto confuso e poco definito. Scampoli di tradizione, brandelli di valori formanti, sfilacciati riferimenti su ciò che è giusto. Già, il bene e il male, il giusto è l'ingiusto. Tutto opinabile, contestualizzato, adattato, ampiamente modificato in virtù di quello che ci interessa ORA, che ci serve ADESSO,  che ci riguarda da vicino.


Difficile, è tutto molto difficile.                                                   
Alle volte capita di osservare gli avvenimenti come si racconta vengano osservati da coloro che  descrivono le esperienze di pre-morte, fluttui in alto e guardi i corpi sottostanti che si affannano. Senza emozione, senza vera partecipazione, così, da semplice spettatore, e parti per la tangente.
I grandi avvenimenti, la lotta politica, le tragedie umanitarie, la guerra, tutto ci coinvolge nel tempo necessario che passa tra uno spot pubblicitario e l'altro. Nessuno neghi e nessuno si senta offeso, s'il vous plaît. Non basta il chiacchiericcio tra amici, la condivisione sui social di immagini, massime, motti, frasi memorabili a caratteri di scatola. I nostri vecchi per molto meno scendevano nelle piazze, imbracciavano un fucile, urlavano la loro rabbia nelle strade, dalle pagine dei giornali clandestini. Ora, pare che tutti noi occidentali si sia liberi, belli, alti e con gli occhi azzurri, si dice che viviamo tutti in Paesi democratici, assolutamente in grado di autodeterminarci. Pare … bah! 

Alla mia generazione hanno insegnato che parlare di Patria vuol dire essere fascisti, che chiedere più uguaglianza significa essere comunisti, che a parlare in funzione del buon senso comune si rischia di essere qualunquisti. Ci hanno bombardato talmente con categorizzazioni e schematismi che alla fine i concetti originari si sono persi, sono rimaste solo le parole. Lo vediamo tutti i giorni. Grandi accadimenti e rivoluzioni socio economiche ci passano sotto gli occhi, ma siamo prigionieri della routine fatta di scadenze, mutui, tasse, ricerca di benessere economico. Che possiamo farci, non è colpa di nessuno. Non è colpa mia se se mi commuovo di fronte all'ennesimo barcone che si rovescia mentre guardo il telegiornale con la bocca piena di pastasciutta. Eccheccazzo però, mettere il telegiornale all'ora dei pasti. Non è nemmeno colpa mia se i governi tutelano interessi sovra nazionali che nemmeno capisco.
Ti allontani un attimo, ti fai attrarre per un secondo da un altro piano ancestrale e tutto ti appare come un immenso formicaio, dove un gruppo di facoltosi gentlemen si divertono, di volta in volta, a cambiare i percorsi, a mettere ostacoli, a spianare la via, a creare percorsi obbligati. Miliardi di singole individualità che non contano più una mazza. Però libere, libere di farsi esplodere per un qualche Dio, libere di comprare, di consumare, di crepare. Senza troppo disturbare però, la vita va avanti e io oggi ho da fare mille cose.
Qualcuno potrebbe affermare che la nostra Storia, dall'età dei Titani si sia ridimensionata all'età dei nani e degli orchetti. Chi crede più nella via della tradizione, che è consapevolezza di chi siamo, non un dogma ma un punto di partenza per intraprendere nuove strade; chi segue la via dell'onore, che comprende il rispetto della parola data, il rispetto dell'altro anche se diverso da me, la via che ci impedisce di schiacciare il prossimo e di non vendere il culo per mille lire.
Forse bisognerebbe tornare alle radici, stiamo perdendo l'Europa. Il rinascimento, l'illuminismo, solo capitoli sui libri di storia per ragazzi.
Siamo in piena decadenza politica e culturale. Facciamo solo ciò che ci piace, mai più vedremo uomini che fanno ciò che conta e che costa per sete di giustizia e perché ciò renderà più forte e pura la VOLONTA' e più energico il possesso di sé.
La vita non è conservarsi, è lottare, non è essere privi di passioni ma possederle al massimo grado, senza esserne dominati ma dominandole, passare indenni attraverso a tutto ciò che è becero materialismo. La via del guerriero: l'amicizia, che è cosa sacra; l'onore, che è sopra ogni cosa; l'amore per la famiglia; l'amore per la tua Patria, che è semplicemente comunità, convivenza, casa, bene comune, senza accezioni scioviniste o di contrapposizione.
Elevazione dalle miserie umane.
Un poeta giapponese scrisse : " nella mia capanna non c'è nulla....eppure c'è tutto! "
Uffa, delirante, me ne rendo conto. Oggi mi ha preso così. Però, cazzo … però vorrei guardare mio figlio e dirgli che mi piacerebbe riuscire a stare in piedi in un mondo di rovine, che non voglio chinarmi ne mettermi seduto.

Tanto per parlare, nulla di che. Avevo avvisato già con il titolo che ero in vena di arzigogolare. Nessuna lezione da impartire, niente, solo banali osservazioni da crisi post-prandiale in attesa che la manovra di Valsalva aiuti a eliminare gli umori mefitici. La vita va avanti. 





© 2016 di Massimiliano Riccardi.