scrivere per vivere vivere per scrivere

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La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. (René Descartes) ********************************************************************************************** USQUE AD FINEM

lunedì 30 gennaio 2017

Insieme raccontiamo 17



Ancora una volta si gioca e si condivide il piacere di scrivere, leggere, partecipare.
Aderisco nuovamente, con gioia, alla bellissima iniziativa di Patricia Moll:





Adesso, bando alle ciance. Partiamo.


Ecco l’incipit di Patricia:
Era l’alba. Gli piaceva scendere in spiaggia a quell’ora. In giro non c’era ancora nessuno perché i vacanzieri erano andati a dormire da poco.
Il silenzio interrotto solo dalla voce del mare lo rasserenava.
Girovagando, aveva oltrepassato il promontorio. In una piccola baia seminascosta l’aveva trovata.


Ecco qui il mio finale:

La vide immediatamente. Quasi un corpo estraneo per quello che sapeva essere un posto sconosciuto ai più. Una donna seduta sul bagnasciuga accanto al vecchio relitto rugginoso eletto a monumento dall'incuria umana. Una donna nera. Indossava una veste multicolore, inzuppata d’acqua. La modernità del giubbotto di salvataggio arancione stonava con quel volto di antica bellezza africana.
La donna piangeva. Un pianto quasi silenzioso ma non meno disperato. Piangeva come solo una madre può piangere. 
L’uomo rimase quasi stordito, quel pianto lo riportava a qualcosa di ancestrale, in quel lamento così prolungato, inconsolabile, c’era il dolore della prima madre, di tutte le madri. Cercò di attirare l’attenzione della donna, quasi timoroso. Il gesto di appoggiarle la mano sulla spalla fu respinto da un movimento violento del capo, da un tremito del corpo. L’uomo rimase imbambolato a guardare la sua mano robusta dalle dita nodose galleggiare nell'aria, sentì che toccarla era stata quasi una profanazione.
Si tolse la giacca e delicatamente le avvolse le spalle. Decise che avrebbe rimandato il momento di chiedere aiuto. Si sedette accanto alla donna, così, semplicemente. Fissò insieme a lei l’orizzonte, le dita rossastre dell’alba a disperdere i nembi, il mare sino a poche ore prima in tempesta. Non era difficile immaginare perché stesse piangendo. Ad un tratto fu silenzio, soltanto il rumore della risacca e il canto dei gabbiani. L’uomo sentì il proprio braccio stretto con forza da una mano stranamente calda. Voleva aiutarla, in fretta, ma aveva deciso di lasciare a lei la decisione di muoversi da lì. Un nuovo rumore a interrompere la quiete della piccola baia, il respiro profondo di due esseri umani uniti da qualcosa di vecchio come il mondo, che cambia nome in base alla terra di origine ma che da lo stesso fremito dovunque e in ogni tempo.



© 2017 di Massimiliano Riccardi

martedì 24 gennaio 2017

La vibrante protesta


Con questo post susciterò lo sdegno di molti, l'ilarità di tanti, e perderò più della metà dei commentatori che carinamente mi vengono a trovare. Vorrò loro bene ugualmente. Dunque, e se giuro che non lo faccio più? Può bastare a farmi perdonare😃

Ho assistito alle manifestazioni anti Trump. Sono cose che aprono il cuore, la libertà/dovere di manifestare contro uno stato di cose che non si ritiene giusto è un atto sacro. Il dissenso, l'indignazione, sono tutte espressioni di libertà. Nulla da dire, solidarietà a chi ha la forza, il tempo, il coraggio di esprimere la propria opinione. 
Piccola parentesi, QUI trovate il link di una valente autrice e traduttrice (Silvia Pareschi) che in prima persona ha testimoniato con la sua presenza fisica il disgusto nei confronti del nuovo corso. 
Questo personaggio, il Trumpone, è pericoloso, oltre che a essere evocativo di ben altri tempi bui e sconfortanti. È giusto sancire il modo che ha scelto di presentarsi.
Ok, stop.

Adesso fermiamoci e proviamo a dimenticarci di Trump. Sgraviamoci della naturale avversione nei confronti di personaggi simili. Siamo sicuri di essere sempre presenti a noi stessi? Vigili nel condannare e segnalare atti o comportamenti esecrabili? Sempre? Oppure ci facciamo trascinare dall'onda delle campagne contro Tizio e contro Caio tralasciando, dimenticando, ignorando le malefatte di chi è riconoscibile e accettato come "uno de noartri"?

Adesso voglio provare a lanciare un sassetto sul vetro della finestra della stanza dove si riuniscono quelli bravi, quelli che fanno sempre la cosa giusta, i politicamente corretti, e qui arriveranno gli insulti o ancor peggio gli sberleffi. L'unica cosa che chiedo è di non attribuirmi schieramenti pro o contro qualche personaggio, in questo caso sentitevi pure mandati a prendere da tergo quel certo non so che di consistenza parenchimale 😎 
Mi divertirò soltanto ad aggiungere una piccola nota polemica, un banale pour parler tra amici. Esco per qualche istante dal coro. Non credo ci sia nulla di male, ogni tanto fa bene. Ed è pure giusto. Siamo tra persone ragionevoli no?
Noto che l'opinione pubblica in generale è sin troppo reattiva quando si tratta di contrastare un nemico evidente, appariscente, ben identificato. Quindi non me la prendo con chi nello specifico ha voluto manifestare disgusto per quello che è accaduto, anche a me sono tremati i polsi all'idea di sapere a capo di una delle superpotenze nucleari un personaggio di tal fatta.
Quello che osservo è il torpore nei confronti di situazioni consolidate, assolutamente negative, che possono minare coloro che sono considerati dei beniamini o alterare lo stato di calma relativa. Sì perché se sale al governo un democristiano che però è diventato segretario del PD non posso mica stare tanto a menarla, sono comunque di sinistra … quindi … ok, non sarà il massimo però …
E se mi eleggono un presidente americano democratico dopo quel minchione di Bush? Per di più di origini afro? Cazzo, e mi nomina pure la Clinton. Aricazzo, la moglie di Bill, il democraticissimo Bill amico di tutte le fellatrix del mondo. Perbacco, una donna come Segretario di Stato … non si può che gioire.
Infatti io ho gioito quando Obama ha vinto le elezioni.
Poi, però …
Come sempre c'è un però.
Vediamo un po' al netto degli accadimenti di questo ultimo periodo: otto anni di guerra sotto il mandato di Obama nei vari teatri bellici del mondo, in primis Iraq e Afghanistan. Sono un po' tanti per poter affermare che ci lasciamo alle spalle un periodo di pace per andare incontro a chissà quale devastazione. Ma anche lì … non l'ha mica iniziata lui la guerra. Però nemmeno l'ha fermata.
Quindi?
Quindi niente, sorvoliamo, e che stamo a fa le pulci stamo? 😀
Io sono convinto che Trump sia un emerito imbecille, un pericolosissimo emerito imbecille, ma credo anche che tutta la genia di radical chic ai vertici dell'informazione, della politica e della stampa, abbia lasciato correre su troppe cose. Come dire, bisogna rompere i coglioni, giustamente, al brutto e cattivo, ma le marachelle degli amichetti...
Spero che si sia capito che parlare di Trump è servito soltanto per affrontare ben altro tema. Mi piace parlare di coerenza senza usare toni ieratici, preferisco stuzzicare il toro che dà del cornuto al cervo. Mi sarebbe piaciuto tanto rivolgere una domanda ad alcuni amici: "ma perché, cazzarola, per riconoscere il demonio c'è bisogno che si vesta da diavolo con tanto di forcone ed emanazioni di zolfo? Per smuovervi bisogna farvi un disegnino affinché possiate capire? Sì, perché Trump è pericoloso, ma è un pericoloso che ci mette la faccia, tutto lì. È uno stronzo, lo vedi e lo rifiuti. E il resto? Tutto ciò che è mascherato da democrazia e ci sta fottendo da anni a botte di social, di telegiornali fuffa, di partite di calcio, di distrazioni televisive soporifere? Mentre pezzo per pezzo si sono sgranocchiati il nostro Paese mettendo sul lastrico milioni di famiglie, eliminando diritti conquistati con lacrime e sangue, infami Jobs act e quant'altro, dove erano i girotondi di Morettiana memoria, le adunate oceaniche al Circo Massimo (io c'ero) come quelle antiberlusconiane?". Ribadisco lacrime e sangue, perché c'è chi veramente ha sofferto e lottato per i diritti dei lavoratori, sono i distratti e i lacunosi in termini di memoria che hanno cancellato decenni di storia della nostra Repubblica.

Io penso che la sinistra, tutta, i democratici tutti, debbano compiere una profondissima riflessione. Credo fermamente che dietro le bandiere al vento della pace, della libertà e della democrazia ci sia un miliardo di persone, di lavoratori, di disoccupati, di oppressi, che hanno potuto soltanto guardare il culo di questi alfieri che portavano insegne e stendardi.
Lo abbiamo visto in Italia con gli accadimenti di questi ultimi anni, lo abbiamo visto in Francia con l'aumento del disagio sociale nelle banlieue, per non parlare degli stessi Stati Uniti e dei milioni di nuovi disoccupati. Vedo ondate di rivolta che si manifestano a targhe alterne. Milioni in piazza contro Berlusconi (io c'ero), poi, per le stesse porcherie, quattro gatti contro Renzi; tutti contro Bush per la guerra in Iraq e poi messaggi contraddittori durante gli otto anni della presidenza Obama, e soprattutto critiche sottotono in merito al lavoro della Clinton in relazione ai bombardamenti con i droni e alle operazioni militari oltremare durante i suoi 4 anni di mandato come Segretario di Stato. Vogliamo anche parlare del sostegno dato ai ribelli islamisti per abbattere Gheddafi? I risultati sono ben visibili, o no? (Vive la France e la sua politica vetero colonialista riproposta sotto forma di egemonia economica nei Paesi africani). Potremmo anche parlare del tempismo incredibile come il fenomeno delle "primavere arabe". Del sostegno in Siria al Fronte al-Nusra affiliato ad al-Qāʿida e il futuro Stato Islamico? Per cosa? Per dare contro a un dittatore come Assad (che comunque esercitava il potere già dal 2000, e sullo stesso stile il suo paparino prima di lui), che aveva commesso l'errore di permettere ai russi di controllare le forniture di gas all'Europa impedendo agli americani di passare sul suo territorio sfruttando il progetto dei nuovi impianti che sarebbero dovuti partire dal Qatar sino alle coste del mediterraneo; l'errore di aver sempre appoggiato Hamàs e di aver sempre mantenuto una politica anti israeliana. Guai a chi tocca Israele.
Voglio dire, sicuramente Trump merita di essere contrastato per gli evidenti scenari che ci prospetta, dico soltanto che mi piacerebbe vedere lo stesso livore di fronte alle porcherie fatte dagli amici della parrocchietta.
Non può essere che i bombardamenti NATO siano giusti e quelli russi no, non può essere che le riforme di Berlusconi siano sbagliate e diventino improvvisamente giuste se le propone Renzi, non può essere che la destra italiana sia il nemico da abbattere e criminalizzare, ma se serve per contrastare i cinque stelle si facciano le larghe intese (io ho vomitato quel giorno). Non può essere.
Forse è il momento di non lasciarsi imbambolare dai rintocchi delle varie campane e informarsi bene su chi detiene il martelletto, ma soprattutto sul perché si diverte a suonare.
Vogliamo dire che Trump è un pezzo di merda razzista? Bene, diciamolo. È lui che ha vicinanze con il Ku Klux Klan, mica la zia Peppina. Ma il resto? Tutto il casino, la recessione economica, le innumerevoli guerre e massacri? Non credo si siano verificati con intervalli di otto anni e solo durante la presidenza di capi di Stato sporchi e malvagi. A guardare bene è piovuta merda anche durante l'esercizio di mandato di cosiddetti democratici e liberali. Come mai in questi casi c'è stato un calo della giusta e sacrosanta indignazione? Come mai Madonna non ha offerto pompini gratuiti, come durante la campagna elettorale della Clinton, a tutti coloro che si sarebbero mossi per andare a urlare a Obama di smettere con le operazioni militari in Medio Oriente? Come mai le star di Hollywood in quel caso non si sono fatte sentire? Cavoli, hanno avuto otto anni per farlo, la gente li ascolta, li segue, avrebbero potuto mettere su un bel movimento di opinione. Misteri della fede, oppure dello star system. Vai a sapere.
Io vedo tanta buona fede in chi manifesta, ma anche tanta ingenuità. Vedo poca buonafede in chi millanta compassione nei confronti dei poveri e degli oppressi dall'alto degli attici di New York, di Roma, Milano, Parigi. Chissà come mai i soldi non conoscono schieramenti politici. Chissà come mai vedo un unico sistema gestito alternativamente da squadre diverse. Chissà come mai chi si deve alzare tutte le mattine alle 5 per andare a lavorare ce l'ha sempre nel culo, chissà come mai chi non ha un lavoro o chi lo perde vede il futuro ugualmente nero a prescindere da chi sventola la bandiera.
Soltanto domande, ho voluto pormi soltanto domande.
Ma è proprio vero che ci sono le squadre dei buoni e quelle dei cattivi?
Che i macrosistemi economici non esistono e i politici credono veramente in quello che sostengono? Che sono veramente i politici a detenere il vero potere e che non ci sono dietro lobbies che semplicemente puntano sul più probabile vincitore?
Va bene. Però non mi criticate quando dico che io credo in Babbo Natale.
Duro da digerire questo sproloquio che guasta il bel quadretto di attenti critici del mal costume ... altrui, vero? Sono proprio una merda.
Sono anche abbastanza stanco di seguire l'onda delle emozioni schierandomi dalla parte del più fotogenico o di quello che la racconta meglio.
Sì, perché c'è anche da dire che molto spesso i personaggi vengono costruiti a tavolino, si sottolineano soltanto le cose che non ci piacciono o che ci garbano di più. Si chiama propaganda. È già accaduto no?
Dai, vi ricordate di quel tizio che era dalla parte del popolo e faceva arrivare i treni in orario, amava l'olio di ricino e i manganelli? Oppure di quell'altro che voleva l'uguaglianza e la dittatura del popolo e poi apriva i gulag e "purgava" milioni di compatrioti? Di quelle brave persone che andavano sempre a messa e avevano pure uno scudo crociato come simbolo ma poi erano amici dei mafiosi? Oppure di quell'altro, meno sanguinario, che ci ha regalato la Milano da bere e i manager rampanti, intanto se magnava tutto e poi è inciampato in tangentopoli? E di quegli altri che ce lo hanno dipinto come un mostro, dopo aver goduto e prosperato con lui, e poi si sono rivelati peggio? 👼 Perché, alla fine, avercelo ancora un personaggio così, almeno era uno statista con i controcoglioni, uno che ha fatto quello che tutti facevano con il difetto di essere critico nei confronti degli Stati Uniti (Sigonella) e dubbioso della piega che l'Italia stava prendendo in previsione  dei futuri assetti europei.

Bene, ora abbiamo il cattivo di turno. Il nuovo presidente degli Stati Uniti, eletto con un sistema elettorale che va avanti da due secoli. Piaccia o non piaccia. Qualcuno a cui dare addosso. Un Paese di tuttologi come il nostro non può che gioirne. Dita roventi sui social avranno da passare il tempo e godere sbrodolando 😏  Intanto quelli di prima, gli stessi di prima, continueranno a gestire le banche, l'informazione, l'economia.
E noi? Ah beh, noi saremo troppo impegnati con la nostra vibrante protesta per accorgerci che è tutto uguale, che non è cambiato niente. Perché in fondo scaricare lo sdegno su un unico bersaglio ci impedisce di ragionare su quanto sarebbe meglio cambiare il comportamento di noi stessi. Siamo davvero così limpidi, aperti al dialogo, pronti ad accettare "l'altro da me"? Oppure lo siamo ma solo con chi ci garba? Non è che molti illuminati democratici sono democratici solo con chi la pensa come loro? No, perché con tutta la merda che abbiamo dovuto ingoiare in questi ultimi anni il dubbio viene. Fine della tiritera populista e mugugnona. Colpa della gastrite 😏

A proposito … quando inizia San Remo?






© 2017 di Massimiliano Riccardi

martedì 17 gennaio 2017

Dialogo surreale, inutile dirlo, le solite facezie






«Duttile? Ma che duttile. Frastagliato, inconcludente. Un piano interrotto da spigoli, anzi da mozziconi, monconi di materia rotta».
«Ma cosa dici. Cerco di essere propositivo, non per codardia, piuttosto per cogliere il cambiamento. Plasmarlo».
«Non capisco. Non ti capisco. Quanti rapporti hai interrotto? Mogli, compagne, figli sparpagliati come semi in un campo. Sei un puttaniere! Non c'è niente di romantico in questo, non sei il personaggio di una canzone di de Andrè».
«Non giudicarmi».
«Non ti giudico. Osservo».
«Non posso farci niente. È nella mia natura. Questo cazzo di senso di provvisorietà mi tormenta da sempre. Si ripercuote su tutto».
«Non si vive come se non ci fosse un domani. È un modo come un altro per giustificare qualunque bastardata».
«Io non sono un bastardo. Forse un po', alle volte».
«No! Non sei un bastardo. Però sei egoista. Egocentrico. Hai visto e fatto tutto: amore, guerra, lutti, grandi gioie. Ma hai vissuto ogni cosa come l'attore inondato di luce sul palcoscenico».
«Io ti amo».
«Non te la cavi così. Anche io ti amo».
«Ok. Sono un bastardo».
«Sì!».
«Tutto questo casino perché non ho ritirato la roba stesa?»
«No! È perché ne hai ritirato solo la metà. Il punto è questo».
«Tutto ciò che è intenso è destinato a morire rapidamente».
«Non ci credo, guarda che sei forte eh. E questo che cavolo c'entra?»
«La mediocrità del quotidiano mi devasta. Voglio morire e risorgere ogni giorno».
«Ok, non sei un bastardo, sei un deficiente».
«Ti amo».
«Appunto».
«Ci beviamo un the caldo?»
«Tanto zucchero».
«Lo so!»
«Lo so che lo sai».
«Ti amo».
«Ci devo pensare».
«Non ci pensare».
«Stupido».
«Ti amo».
«Cretino».
«Ti amo».
«Lo so».

«Lo so che lo sai».













© 2017 di Massimiliano Riccardi