Fermo sul ciglio della
strada.
L'auto parcheggiata,
indifferente. Intorno a lui soltanto il suono delicato della brezza e il chiacchiericcio
invadente degli uccelli disturbati dalla presenza dell'uomo. I colori e il
sole della toscana. Colori pastello e profumo di terra argillosa, poi, come promemoria
del divino, quegli alberi dalla chioma stretta e affusolata che caratterizzano
il paesaggio.
L'uomo ha chiesto di
potersi fermare. È assalito dalla paura, oppure vuole soltanto prendere tempo. Sua
moglie lo guarda silenziosa. Un silenzio che dà forza, non è una presenza
passiva, anzi.
Si accende una
sigaretta e guarda le spirali di fumo confondere per infinitesimali istanti i
contorni dell'orizzonte.
È un giorno
importante, è l'inizio di un viaggio programmato nel cuore da una vita. Deve
andare da suo padre.
Deve.
Un padre che non è più
padre da oltre quarant'anni.
L'uomo non si aspetta
risposte, non cerca vendette o regolamento di conti. Vuole soltanto toccare con
mano quella parte di anima sfilacciata e inconsistente che ha comunque occupato
tanta parte del suo io profondo.
Un viaggio che vale
una vita.
Non una meta.
Una tappa importante per proseguire in un percorso ancora più lungo.
Ci vuole coraggio.
È un viaggio necessario.
L'uomo è a sua volta padre. Deve chiudere il cerchio. Deve poter guardare i suoi figli certo di non aver lasciato sospesi con la coscienza. La sua fragilità e il senso eterno di provvisorietà saranno trasformati in baluardi a difesa dell'amore che sente di poter dare.
Cercare qualcuno che non c'è più stato per imparare a esserci, esserci sempre.
Non vuole spiegazioni, vuole soltanto imparare a dare risposte. Vuole essere un padre migliore, per farlo ha bisogno di guardare negli occhi chi ha scelto di non esserlo. Senza rabbia, senza rancore. Ha superato da tempo quei sentimenti. Vuole solo risentire quella voce, vuole soltanto pronunciare ancora una volta quel nome, il nome di colui che gli ha insegnato tanto con la sua assenza. Lezione dura e spietata. Utile.
Non una meta.
Una tappa importante per proseguire in un percorso ancora più lungo.
Ci vuole coraggio.
È un viaggio necessario.
L'uomo è a sua volta padre. Deve chiudere il cerchio. Deve poter guardare i suoi figli certo di non aver lasciato sospesi con la coscienza. La sua fragilità e il senso eterno di provvisorietà saranno trasformati in baluardi a difesa dell'amore che sente di poter dare.
Cercare qualcuno che non c'è più stato per imparare a esserci, esserci sempre.
Non vuole spiegazioni, vuole soltanto imparare a dare risposte. Vuole essere un padre migliore, per farlo ha bisogno di guardare negli occhi chi ha scelto di non esserlo. Senza rabbia, senza rancore. Ha superato da tempo quei sentimenti. Vuole solo risentire quella voce, vuole soltanto pronunciare ancora una volta quel nome, il nome di colui che gli ha insegnato tanto con la sua assenza. Lezione dura e spietata. Utile.
Si volta a guardare la
sua donna, senza una parola lei poggia la mano sul suo petto e gli sorride. Lui
risponde al sorriso con un abbraccio altrettanto silenzioso.
Salgono in macchina. Il viaggio prosegue. Con i colori e gli
odori della toscana a stimolare i sensi. Sempre avanti. Ancora avanti. Con una
nuova consapevolezza.
Non c'entra nulla con il racconto, o forse sì, nella foto qui
sotto uno dei regali più belli che ho ricevuto nella mia vita. Un dono per la festa del papà del mio
pupone di quattro anni, ci ha messo impegno, bello vero?
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Con questo post ho deciso di partecipare alla bella iniziativa di ISPIRAZIONI & Co. - Viaggi promossa dal Blog Squitty dentro L'armadio.
QUI il link della lista generale dei partecipanti, e QUI il link del blog di Squitty dentro l'armadio
QUI il link della lista generale dei partecipanti, e QUI il link del blog di Squitty dentro l'armadio
Grazie Cassidy. Vero, bellissimo regalo. Pensa che ero tornato a casa incazzatissimo per problemi lavorativi, e poi...
RispondiEliminaAuguri per la festa del papà allora... proprio allo scadere :)
RispondiEliminaGrazie Firma, raccontare di un mio percorso di due anni fa non è proprio il modo migliore per festeggiare, comunque...
EliminaIl regalo è bellissimo :D Evviva i piccini!!!
RispondiEliminaQuello che hai condiviso, il "racconto", è troppo personale per poter commentare: i temi dell'assenza e della presenza credo dipendano da troppi fattori nella vita di ciascuno :P Però è ben scritto, molto ispirato, come ti è naturale. Bravo!
Ciao Glò, sì è davvero bello il regalo, me lo sono immaginato tutto intento a lavorare di pennarello per il papà e mi è venuto il magone. Per il resto... grazie per i complimenti e per aver capito.
Eliminail tuo racconto/riflessione è molto bello ..uomini o donne ci si ritrova in questi momenti .... hanno sapore di perdono ... o l'aver cercato una risposta per capire ... per non sbagliare a nostra volta ...un viaggio necessario per trovar pace ...... ma il regalo è fantastico cosa c'è di più bello ... ho ancora un disegno che mio figlio fece al nido ... la mamma che scrive a macchina si titolava il bello che è in un cassetto da 33 anni beh non chiedermi di buttarlo ...la tua festa è stata bellissima ... un abbraccio
RispondiEliminaE' stato un viaggio duro, credimi. In merito alla tazzona colorata che mi ha fatto Pietro... guarda, è stato fantastico riceverla dalle sue manine.
EliminaPer diventare un buon figlio sono prima dovuto diventare padre a mia volta. É proprio così.
RispondiEliminaE' complicato Ariano, è un casino.
EliminaCi sono situazioni nella vita che fanno soffrire, insegnano un cammino, rimodulano rapporti, però io penso che il rimpianto di non avere detto o fatto alcune cose, alla lunga, pesi e comprometta la serenità d'animo. Che ben vengano, dunque, i nuovi abbracci con il passato. :)
RispondiEliminaLa tazza è bellissima! :D
Buona domenica a tutta la famiglia!
Ciao Marina. vero, ci si deve ricongiungere con il proprio passato. La tazza è bellissimissima.
EliminaQuella tazza è una bellissima espressione d'affetto.... complimenti al pargolo!
RispondiEliminaVero Tom, verissimo, grazie.
EliminaMax.. che ti devo dire? Sei un grande!
RispondiEliminaRacconto (o no) ha espresso quello che tanti non capiscono. Che essere padre non significa solo concepire un figlio. Essere padre va ben oltre anche quando non ci sono legami di sangue ma ci sono quelli più forti ancora che sono legami di amore, affetto, sacrifici, rinunce, sgridate e risate.
Un bacione!
ps ecco un altro post "inutile" di un uomo incredibile.
pps se li chiami ancora post inutili vengo lì e ti tiro le orecchie a costo di dover prendere la scaletta ahahhaahahhaha
Patricia, sei sempre capace di farmi arrossire, grazie dei bellissimi complimenti, grazie di tutto
EliminaIl tuo post è intriso di sofferenza e mi commuove. Tanto più la vita avanza quanto più sentiamo l'esigenza di riscoprire le nostre radici, di avere risposte. Io, il papà l'ho avuto accanto fino all'ultimo suo respiro, è stato un gran papà. Per la mamma, per noi figli, nuore, generi e nipoti c'è sempre stato e quando se n'è andato ha lasciato un vuoto immenso. Io, come figlia, mi sono sentita orfana ed è stato tremendo e quindi posso immaginare cosa significhi crescere con un papà assente.
RispondiEliminaBuona festa del papà, Massimiliano
sinforosa
Ciao Sinforosa. Sì questo piccolo racconto è stato terapeutico, io scrivo, esorcizzo così. Grazie per gli auguri. Sono un papà, è vero, incasinato, casinista a mia volta, senza riferimenti se non quelli che scopro di volta in volta, imparo da solo, o meglio gli unici insegnanti che ho sono i miei ragazzi, si cresce insieme.
EliminaE dici niente?
EliminaIn bocca al lupo
Anche a te Sinforosa. Anche a te.
EliminaIn questo racconto si sente un sapore amaro, quel piccolo dolore personale che abbiamo un po' tutti e che impariamo a curare col tempo. Essere un buon figlio o un buon padre richiede coraggio, quanto è vero. E ti capisco quando dici di imparare insieme a loro, ai tuoi figli. Perché lo faccio anch'io tutti i giorni e da figlia non mi rendevo conto di questo scambio. E' tutto molto complicato comunque, se ci penso ne esco matta. Ma tu con delicatezza e un morso allo stomaco, sei riuscito a dirlo.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Valentina, sei sempre gentile. E' un casino, vero? Siamo fortunati noi che riusciamo a far sbollire questa caldaia che abbiamo nella testa: tratteniamo il fiato e spingiamo, dalle orecchie dal naso e dalla bocca sfiatiamo vapore sotto forma di parole. E via verso nuove avventure hahahaha. Un abbraccio scrittrice portentosa.
EliminaCi sono padri e Padri. E ci sono uomini e Uomini.
RispondiEliminaNon aggiungo altro, che il mio cuore fa fatica.
Un regalo bellissimo. Fortunati, tuo figlio e te.
Bacio.
Ho capito Mariella, ho capito la tua fatica. Ti abbraccio forte e grazie per essere venuta a trovarmi. Tieni duro. Io la mia lotta l'ho fatta nel cercare di capire il vuoto. Tu la fai per tenerti stretta la solidità di un amore.
EliminaCoraggioso, ci vuole molto coraggio per affrontare i fantasmi di una vita che ti impediscono di essere figli e genitori " normali".....
RispondiEliminaIo non sono stata una figlia normale, non ho avuto una madre normale , non ho avuto un padre normale, assenti o troppo pretenziosi e presenti...
Rimpiango tanto queste cose, non ho visto mio padre morire giovane, ho visto mia madre morire vecchissima , non avendola goduta in vita...
Peccato forse avessi avuto i colori della Toscana, e un amore vicino..avrei potuto anche farlo prima...
Ti stringo forte Massi.
Complimenti per il capolavoro del tuo bibmo!
Come ti dissi una volta siamo in piedi su un mondo di macerie, ma ancora in grado di scorgere qualche fiore qua e la. Un abbraccio grande Nella.
EliminaAnch'io sono un papà e questo post fa riflettere.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie Cavaliere. E' un lavoro difficile quello del papà.
EliminaLa mia (anche lei 4 anni) m'ha regalato un antistress. Ci conoscono meglio di quanto crediamo! :D
RispondiEliminaCiao Andrea. Si credo anche io. Sono incredibili. Mamma mia, vorrei essere ricco solo per stare insieme a loro tutto il giorno.
EliminaPerò la notte baby sitter *_____*
EliminaHahahaha certo, per mille motivi.
EliminaTutto ciò che è fatto con amore è bellissimo. Ergo quella tazza ha il valore di un Picasso. ;-)
RispondiEliminaAssolutamente vero Raffaele. Verissimo.
EliminaUn post molto, molto intenso.
RispondiEliminaUn viaggio molto importante.
Ci vuole un grande coraggio, Massimiliano, ma proprio tanto.
E non dico altro.
Un grande abbraccio.
Grazie Federica, viaggio pesante, importante ma pesante. Ma in qualche modo è servito. Un abbraccio anche a te.
EliminaHo letto, riletto e ancora letto. Sei forte, Massimiliano. Fin troppo. Io sono madre, per ben due volte, eppure il perdono non mi appartiene. Ho tentato di capire, di andare alla ricerca del passato: ma solo per sottolineare che il perdono non sarebbe mai arrivato. Sono cattiva, attendo il giorno in cui il perdono verrà implorato: ma anche quel giorno non lo concederò. Ho sposato un uomo meraviglioso, che non ha subito strappi profondi: ha perdonato lui per me, ha parlato, spiegato, elaborato. Io no. A me è sembrata aria fritta. Ho chiuso il cerchio, ci ho messo dentro gli affetti, quelli veri, ed ho buttato via le chiavi. Ognuno raccoglie ciò che semina: e per quanto mi riguarda un padre assente, da qualsiasi punto di vista, non può che raccogliere l'assenza dei suoi figli per il resto dei suoi giorni.
RispondiEliminaLa vita è il tesoro più grande che possediamo e l'amore è l'unica ricchezza per la quale valga veramente la pena lottare. Il resto può andare in malora. Di certo dagli errori di chi ci ha preceduto possono sorgere altri errori, oppure la ferma volontà di non commetterne degli stessi: stringendo forte tra le mani una tazza decorata da un bimbo che vale più di tutto l'oro del mondo ed in grado di contenere l'intera nostra anima.
Io porto sempre al collo il cuore di DAS dipinto di rosa con una pietruzza bianca al centro: il primo regalo per la festa della mamma che ho avuto in dono dallo gnomo a maggio. Mi basta quello per ricordarmi sempre chi sono e dove vado.
Tu hai fatto molto di più, Massimiliano: ti sei voltato ed hai guardato al passato. Senza paura, mostrando l'uomo che sei diventato. Un uomo eccezionale, che ha voluto ed ha saputo percorrere la via dell'amore. Sii fiero di te stesso.
Pietro è un Bellissimo nome. Bello bello.
Grazie Regina. Il viaggio, quello vero, è sempre in noi stessi. Tutto porta alla consapevolezza di ciò che siamo e siamo diventati, come il perdono, il vero perdono, è quello che rivolgiamo alla parte umana troppo umana del nostro essere. Penso di avere avuto nella mia vita abbastanza casini da poter vivere di rendita, non ho mai permesso allo scoramento di vincere, ho sempre trovato intorno a me qualcosa o qualcuno per cui valeva la pena di andare avanti, quindi tirando le somme credo di essere molto fortunato. Non sono eccezionale come dici tu, non c'è merito nell'essere dei sopravvissuti. Il merito è riuscire a rimanere in piedi a testa alta nonostante le macerie che ti circondano.
EliminaPietro è un bellissimo nome, ha compiuto 5 anni 1l 16 agosto ed è il mio maestro di vita, io lo guardo e imparo a cogliere la gioia del mondo,io sono solo quello che lo aiuta tenendolo per mano a superare gli ostacoli che per ora sono ancora troppo alti per un piccolino come lui.
Nell'atto di sopravvivere c'è sempre quella tenacia, quella sorta di spinta alla vita che una discreta quantità di merito... la merita! :D anzi, sai cosa... fossimo a portata di braccio io tirerei fuori un Pommery brut o un Jacketino intero intero - in base all'ora - e ci brinderei proprio all'ecezionalità del sopravvivere... Poi quattordici sigarette in mezzo e tanti racconti di Pietri, di Lolli, di luoghi lontani, di spiagge affollate, di dialoghi e dialetti d'Italia... ma sai che viaggio... ahahahhahahah... Felice d'averti trovato. Sopratutto felice di leggerti in ogni occasione. Un buon inizio settimana ^_^
EliminaWow, cavoli, mi fai commuovere. Quoto su tutta la linea il discorso Jacketino e e sigarette e i racconti dei Pietri e dei Lolli. In merito allo scrivere... anche tu non scherzi mica.
EliminaBuon inizio anche a te.