scrivere per vivere vivere per scrivere

scrivere per vivere vivere per scrivere
La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini migliori dei secoli andati. (René Descartes) ********************************************************************************************** USQUE AD FINEM

giovedì 3 settembre 2015

Mille e una sera fa






Ho ripensato a certi giorni, per citare una canzone dei Nomadi che ci piaceva molto, a mille e una sera fa... dove tutto sembrava a portata di mano, dove la vita era soltanto una cosa da sbranare perché eravamo giovani e nulla sembrava impossibile. Poi, questa maledetta città. Questa città amata, con le sue bellezze e le atroci contraddizioni, ha inghiottito le speranze. I sogni sono diventati incubi.
I giochi di bambina si sono trasformati in polvere, la polvere è diventata fuoco. Fuoco che brucia le vene. Il viso bellissimo e il tuo sorriso radioso si sono oltraggiosamente trasfigurati in volto malato e smorfia di scherno. Derisione per la beffa che credevi di aver giocato tu al destino ma che invece ti si è rivoltata contro.
Ti sei aggirata dolente alla ricerca di un brandello di anima a cui aggrapparti. Non c'era più niente per te. La tua mano tesa è diventata fredda, gelida di morte. Poi, una notte, ci hanno chiamati. Era luglio, mille e una sera fa. Una voce distaccata e quasi infastidita. Molto professionale, ma capace di far scendere le tenebre dei lunghi inverni artici. Freddo inappropriato per la stagione, infatti non realizzai subito e mi soffermai a riflettere sul perché tremassi tutto.
Una notte strana, piena di stelle, che poteva essere una di quelle notti d'estate che non ti scordi mai più. 
Siamo venuti a vederti, per l'ultima volta. Stesa su quel tavolaccio avevi sempre il tuo sorriso beffardo. Non hai vinto nulla, hai solo potuto fuggire, ma forse, in qualche modo, ti sei ripresa la tua anima. Sei rimasta giovane: per sempre ventidue anni. Alla fine sei riuscita a farci l'ultimo tragico scherzo, ci hai fregato tutti. Hai raccolto le tue speranze, i tuoi sogni e hai incominciato un viaggio nuovo. In un posto che io non conosco. 
Ti odio. 
Ti voglio bene. 
Vaffanculo. 
Ci rivedremo.
Io adesso sono un po' più vecchio, ma sono dettagli.




© 2015 di Massimiliano Riccardi

44 commenti:

  1. Un testo molto bello, poetico e pregnante (scusa la parola difficle!). Ma sinceramente non ho capito a cosa si riferisce. Un fatto personale accaduto? Un riferimento letterario? Una canzone?

    RispondiElimina
  2. Ciao Massimiliano, chi l'avrebbe detto che il titolo di una canzone avrebbe prodotto un simile post.
    Per il resto, vedi la mia risposta di là...

    RispondiElimina
  3. Ho un ricordo simile che ho legato alla canzone "La tua idea" di Renato Zero. Non so cosa sia successo alla tua amica ma ho la sensazione che stiamo parlando della stessa cosa...

    RispondiElimina
  4. Sì Obsidian, conosco quella canzone, parliamo della stessa cosa. Era mia sorella. Secoli fa. I caruggi di allora. Bellissimi, tremendi, struggenti,maledetti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per me era un amico d'infanzia, anche lui 22 anni. E' stato terribile, ma di sicuro mille volte meno terribile di ciò che è successo a te. Non riesco nemmeno ad immaginarmelo.

      Elimina
    2. Grazie Obsidian, non è vero non sminuire la tua esperienza, i dolori sono brutti a prescindere dal grado di parentela o quant'altro, anzi.Sai poi alla fine, amaramente, consideri che noi ci siamo che possiamo dire ancora la nostra in merito a questo schifosissimo e meraviglioso mondaccio infame. Quindi il dolore personale passa in secondo piano. Gioia e tormento dei sopravvissuti. Ci siamo e non lamentiamoci, mi dico questo.

      Elimina
  5. Ciao,
    Mi sa che verrò spesso a trovarti da adesso in poi.

    RispondiElimina
  6. Ciao Nick, ti ringrazio, Figurati se non mi fa piacere. Un salutone.

    RispondiElimina
  7. Ciao Massimiliano.
    Che esperienza terribile! Mi spiace! Lei 22 anni e tu?
    So cosa significa. Il mio primo scontro veramente tosto con la morte l'ho avuto a 25 anni. Mio padre... cancro al pancreas.
    Lasciamo stare... l'anno prossimo saranno 30!!!!
    Un bacio!

    RispondiElimina
  8. E' andata, come dici tu lasciamo stare. Biecamente ho usato tutto per buttare giù un piccolo racconto, un po' me ne vergogno, ma la voglia di mettere su carta le emozioni è più forte di ogni altra cosa. Questo da sempre. Cero è che questa notte leggendo il post di Ivano, è stata dura, quando affiorano i ricordi...sono cazzi amari. Scusa il francesismo. Almeno mi sono sfogato, pronto a beccarmi anche le critiche di pietismo. Ma cosa ci vuoi fare, o urli, o bestemmi oppure scrivi. Io scrivo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sei meglio di me allora, io urlo bestemmio e scrivo... ah, dimenticavo. Fumo. Tutto insieme!
      E affanc............ tutto quanto!
      I ricordi... sono parte di noi ma che dolore a volte!

      Elimina
    2. Dolcissima Patricia, in effetti faccio anche io tutte le cose che hai citato... all'ennesima potenza quando mi girano. Nella vita, sul lavoro, ho imparato a gestire il dolore. Magari lo faccio male ma ci provo. Nelle mie ferite aperte ci coltivo del buon basilico per farci dell'ottimo pesto, che si fotta la malasorte. sempre avanti.

      Elimina
    3. Che si fotta! :)
      Buono il pesto!!!!!!!!

      Elimina
  9. Risposte
    1. Firma, grazie per la visita. Hahahaha pensavo non mi sopportassi più visto il tormento che ti do sul tuo blog. Scherzi a parte, un abbraccio anche a te.

      Elimina
    2. Figurati, mi fa sempre più che piacere averti dalle mie parti :)

      Elimina
  10. Hai scritto davvero un bel testo, posso avvertire la rabbia e il dolore per aver perso una persona amata. Posso immaginare, e in un certo senso capire perché è capitato anche a me. Mi piace comunque il tuo modo di scrivere.
    Un abbraccio e a presto .. Dream Teller

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma che gentile Deam Teller, grazie. Credo di non aver raccontato nulla di nuovo, sono cose che più o meno abbiamo provato tutti.

      Elimina
  11. Ognuno affronta e supera i propri dolori come sente, leggevo sopra in una tua risposta a Pat che qualcuno potrebbe accusarti di pietismo. Mi auguro che nessuno sia così sciocco :P
    Chi ha avuto grandi dolori, rispetta quelli altrui. E se scriverne ti aiuta, hai fatto benissimo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Glò, ti ringrazio. Perché di questo si tratta, si scrive di quello che si conosce e si desidera raccontare perché è nella natura di chi è abituato a confrontarsi con la parola scritta. In merito al discorso più ampio di ciò che ha portato alla morte di tanti ragazzi, ricordo solo che fine anni '60, anni '70 e '80 cadevano come le mosche, è iniziata una bellissima discussione sul blog di Obsidian Mirror. Veramente interessante e vista sotto un ottica davvero inconsueta. Per il resto, di nuovo grazie. grazie per aver capito.

      Elimina
  12. Post stupendo e su cui non mi sento di aggiungere nulla.
    La morte è entrata in casa mia che avevo ventisei anni ed anche se lo si supera, anche se ci si abitua, la tua vita viene rivoltata come un calzino e modificata in maniera definitiva.
    Ma si sopravvive e si va avanti. :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio Raffaele. Sottoscrivo tutto quello che hai detto. Un abbraccio.

      Elimina
  13. La canzone di Cash mi ha sempre toccato il cuore, anche perchè la sua voce spesso ti fa rabbrividire e così il tuo post, così umano, freddo, perso dentro un destino ineluttabile che ci accerchia, ci aggira e ci fa sparire quando meno te lo aspetti..
    Molto bello questo !
    Grazie Massimiliano..
    Buona serata e un bacio!

    RispondiElimina
  14. Grazie Nella per le belle parole. In effetti la scelta di Cash è stata proprio quella di voler decontestualizzare, sarebbe stato facile e più evocativo utilizzare qualche cantante o cantautore nostrano. Volevo un breve racconto pesante ma freddo. Perché è così che vivo le cose, anche nel lavoro, morirei altrimenti.

    RispondiElimina
  15. Non so perché sono finita qua, ma sono contenta di esserci finita oggi! Il tuo sfogo è toccante: le ferite col tempo non sanguinano più, ma i ricordi, quelli... rimangono per sempre!

    RispondiElimina
  16. Ciao Marina, allora il viaggio nella blogosfera non è stato del tutto inutile. Ti ringrazio per il pensiero che hai lasciato. Lo apprezzo molto. Un salutone, ciao.

    RispondiElimina
  17. Se conto giusto 1001 sere fa era il 25 dicembre 2012. Mio papà era appena tornato a casa dopo che l'avevano operato e aveva potuto passare il Natale a casa con noi.

    RispondiElimina
  18. Caro marco... è un casino. E' tutto un casino.

    RispondiElimina
  19. E' l'elaborazione di un cambiamento drastico?

    Moz-

    RispondiElimina
  20. Risposte
    1. Intendo il post: è la metafora di un addio?

      Moz-

      Elimina
    2. Ho raccontato della morte di mia sorella. Tanti, tanti anni fa.

      Elimina
  21. Bello e terribile. Grandi Nomadi e grande Johnny Cash.

    RispondiElimina
  22. Da brivido. Post intenso, sentito. Bellissimo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Squitty, sì ricordi terribili, ora rimane solo la malinconia e il rimpianto.

      Elimina
  23. Risposte
    1. È successo. Continuerà a succedere ad altri. È la vita. La mia "mille e una sera fa" è capitata nel 1993. Grazie Max.

      Elimina

I commenti sono graditissimi, nessuna opinione verrà censurata. Grazie a chi avrà voglia di lasciare un segno del suo passaggio