I VINTI
La seconda opera di Michelangelo Antonioni dopo "Cronaca di un Amore". Film diviso in tre episodi, per tre diverse ambientazioni.
Nell'episodio francese il male come banalità del gesto fine a se stesso. Il giovane che commette il delitto non è neanche in grado di finalizzare l'atto drammatico appena compiuto, il complice che vilmente si dissocia viene assolto da un padre specchio della società che decide chi è colpevole o chi non lo è a prescindere dalla giustizia. La morale discende dall'alto, il vile non è più vile il complice non è colpevole di nulla solo perché una sorta di autorità ha deciso così , significativa la frase rivolta al ragazzo che è tra gli ideatori dell'efferato delitto :
< vattene a casa tu, che non hai fatto niente.>
Il potere, a prescindere dagli atti commessi, assolve o condanna a suo piacimento.
Assoluzione, colpevolezza, banalità del male pur nella sua atrocità, questi sono gli ingredienti dell'episodio italiano, la catarsi finale con la morte del giovane assassino come monito che il delitto non paga.
L'episodio inglese, forse il più originale, vede come protagonista la follia lucida e programmata, il bisogno di uscire dalla massa a qualsiasi costo. La vita umana non ha più valore, il cinismo totale prevale. Un giovane che uccide per diventare famoso e apparire sui rotocalchi
Un tentativo di proporre quello che diventerà un filone sfruttato negli anni a seguire: il film denuncia.
© 2014 di Massimiliano Riccardi
Letteratura, arte, cinema, musica, società. Infinitesimale come quello che so rispetto all'infinito che ancora devo scoprire.
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