Può capitare di
restare imbambolati a osservare una scena rapiti dalle dinamiche tra due
protagonisti. Catturati dai movimenti, dai cenni, dagli sguardi, dal significato profondo di
cose non dette.
Lo sfondo è
metropolitano, c'è caos: Il solito rombare di auto e mezzi pubblici; il via vai
di gente distratta; una coppia di fidanzatini che si baciano sulla panchina
nella piazzetta di fronte, zaini a terra in un orario che fa capire che oggi si
marina la scuola; il matto che parla da solo e inveisce contro i passanti.
Può capitare.
Sì.
È come se mi
trovassi dall'alto di una posizione privilegiata, da un attico, sono distaccato
ma non assente.
Non è la giornata
che tutti sperano di affrontare, il cielo è grigio, c'è vento, ci sono a terra le tracce della pioggia notturna, mozziconi e
cartoni bagnati ammiccano sfrontati ricordando a tutti che la città è capace
di sporcare anche le cose preziose e pure cadute dal cielo.
Vengo urtato da
una signora carica di borse della spesa, non si scusa nemmeno. La perdono, in
fondo sono io a essere in mezzo ai piedi.
Mentre la osservo attraversare la
strada borbottando la riconosco, è la
signora Vicenta. Anni e anni in Italia per fare la donna delle pulizie nelle
case di molti abitanti del mio quartiere. Dall'alba al tramonto, tutti i giorni
della settimana. Una donna sfatta e sfiancata, sempre sorridente ma con gli
occhi tristi.
Ha fatto arrivare dall'Ecuador suo figlio per permettergli di
studiare. Tutti sanno che il ragazzo a scuola ci va poco perché preferisce
fumare eroina. L'ho sorpreso anche io nel mio portone mentre era indaffarato
con il suo bel pezzo di carta stagnola, cannuccia tra le labbra intanto che il suo
amico scaldava tutto con l'accendino da quattro soldi. Avrei lasciato perdere
se solo non mi avesse guardato con aria di sfida, come se stesse facendo la
cosa più normale del mondo e io fossi un idiota che non capisce. Quel giorno
feci saltare con una mano tutto l'ambaradam, lo presi per un orecchio e lo
trascinai fuori dall'androne del mio palazzo mentre l'amichetto in fuga mi
insultava in spagnolo e il figlio della signora Vicenta mi guardava impaurito gemendo dal dolore. Non ero arrabbiato, soltanto triste. Ricordavo altre
situazioni simili, momenti così vecchi da risalire a prima della nascita dello
stupido che avevo tra le mani. Come un cretino facevo fatica a respingere il
groppo in gola. Più il turbamento aumentava e più strizzavo l'orecchio di quel
poveretto.
Facevo pagare a lui le colpe di un altro stupido che da anni è andato
a far da concime per i vermi. Anzi, oramai sarà polvere. Forse è per questo che
ne sento ancora la presenza. La polvere si infila dovunque e non va mai via del
tutto.
Il
clacson tonante di un autobus mi riscuote da quel ricordo. Torno a concentrarmi
sulla scena che stavo osservando. Mi accendo una sigaretta e, come se mi
trovassi a una festa invece che in mezzo alla strada, mi appoggio comodamente al
palo del semaforo. Con la coda dell'occhio noto il barbaglio dell'acqua piovana
sulle strisce pedonali bianche e lucide. Chissà come mai quelle gocce sfavillanti
mi rincuorano e mi mettono allegria.
Guardo verso
l'improbabile coppia senza riuscire a reprimere un sorriso ebete che mi si
stampa sulla faccia.
Si stanno
avvicinando ma ancora non mi hanno visto.
Mia madre e mio
figlio.
Mano nella mano
chiacchierano, petulanti, complici. La mia vecchia ogni tanto si china verso il
bimbo per ascoltarlo meglio. No, non è esatto, è come se gli andasse incontro
con tutta se stessa, anima e corpo. Sono geloso, con me è stata una madre dura,
severa, distaccata, sempre triste o arrabbiata. Sempre distratta dai problemi
della vita. Sola.
Mio figlio è
effervescente, come al solito. Bellissimo. Vitale. Vibrante. Risplendente.
Accoglie con soddisfazione le espressioni di stupore e meraviglia della nonna.
Chissà quali avventure le starà raccontando. Racconti minuti, gesti innocenti,
gioia piena e inconsapevole. O forse no, forse è proprio lui ad aver capito
tutto, ciò che conta davvero. Gli adulti hanno poca memoria, sono troppo
impegnati per dedicarsi alla vita. Esistono, indaffarati, distratti, pieni di
progetti che allontanano dalla vera essenza dell'io più profondo. I bambini
amano, gioiscono, soffrono, direttamente dall'anima che ancora non si è
costruita barriere.
Mi vedono.
Mia madre mi
guarda e ricomincia la recita, lo sguardo è di colei che vuole farmi capire
quanto è vecchia e stanca, si incupisce.
Bugiarda.
Quando il nipote
le tira la mano per richiamare la sua attenzione, le torna lo sfavillio negli
occhi.
Mio figlio mi
chiama festante. Trascina la nonna e insieme caracollano verso di me.
In quel gesto mi
ritrovo a essere più figlio di quanto non lo sia mai stato da bambino. Più
padre che mai.
Mentre Il bambino
mi abbraccia le gambe festoso, bacio sulla guancia mia madre e la ringrazio.
La città è sempre la stessa, bigia, ventosa,
rumorosa, sporca. Soltanto noi siamo di volta in volta diversi, alle volte
migliori, più spesso semplicemente consapevoli.
Alle volte mi
pongo delle domande stupide, non sono legate a quesiti su quanto posso essere
bravo nel mio lavoro, su quante capacità relazionali possiedo, su quanti
progetti sono stato in grado di portare a termine, se in me è ancora vibrante
la giusta determinazione per rincorrere il successo.
Soltanto domande
stupide.
Per fortuna
accade raramente.
Mi ricordo delle
cose che mi diceva la mia nonna, di come lei, molto semplicemente, si augurava
soltanto che io diventassi un brav'uomo, molto banalmente desiderava questo.
Non le importava cosa avrei fatto nella vita, sperava di crescere un nipote
destinato a essere una brava persona. Tutto lì. Questo perché lei sapeva che la
vita è una gran bastarda, io ancora dovevo scoprirlo del tutto.
Ecco quindi
affiorare le domande sciocche.
Ma io sono un
brav'uomo? Sono degno del dolore di chi mi ha messo al mondo? Sono degno di
crescere e aiutare un essere che da me si aspetta tutto, e che guarda a me come
l'unico in grado di permettergli di camminare da solo nel mondo, forte e
indipendente?
Quesiti stupidi
come dicevo.
Adesso però, non
ho tempo per darmi quel tipo di risposte, devo rispondere a domande ancora più
fondamentali e pressanti, mio figlio mi sta chiedendo se ho voglia di andare a
casa con lui a giocare con i lego. Io odio i lego. Mi farò forza e cercherò di
trovare l'entusiasmo per mettermi a costruire casette.
Ecco, ci
pensa un bambino di cinque anni a darmi le risposte giuste. Che cretino che
sono.
© 2017 di Massimiliano Riccardi
Colpito e affondato! Pregevole quel prendere per l'orecchio e farsi travolgere dalla richiesta più che lecita.
RispondiEliminaLego?! Scatole di Lego in casa mia con stranissime creazioni che sfiorano la follia. Io non so perché ma costruisco sempre scale o case, loro astronavi e basi per ninjago e nexo.
Divagazioni, spero ti sia piaciuto. E' un post un po' strano, dice tutto e dice niente. Grazie Nadia.
EliminaI miei figli mi fanno dimenticare i tanti problemi della vita.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Ciao Vincenzo. Vero, è così, spesso.
Eliminacaro maxi come sempre sei riuscito a farmi pensare e data l'eta a farmi scendere la lacrimuccia " poi ora che sono nonno" e'vero le risposte spesso ce le danno loro basta guardarli,io anche oggi pomeriggio saro' a rotolarmi per terra e ti lascio immaginare con quanta gioia
RispondiEliminaCome senpre un forte abbraccio
Cavoli Valter, grazie. Non hai idea della gioia che mi danno le tue parole. Il mio fratellone grande con "più gradi della grappa".
EliminaUn abbraccio forte anche a te, appena ci becchiamo ti strizzo un po'.
Nuuuuuooooooo! "Io odio i lego" ...
RispondiEliminaMi è caduto un mito... :-(((
:-D :-D :-D
P.S.: ci voleva, no? Dico: ci voleva un commento a metà tra l'istrionico e l'ipervulcanico, quel tanto che basta per spezzare lo strisciante pathos di vibrante amarezza appena percettibile... :-P
Grande Darius. Ci voleva, sì. Che poi è anche il mio stile, basta leggere il resto dei post. Grazie sai...
EliminaDavvero molto bello. Quotidiano, umido, nostro.
RispondiEliminaBen scritto, ben fatto, bel post (racconto) :)
Moz-
Ovviamente su "odio i lego" non sono d'accordo:p
EliminaMoz-
Ueilà, grazie Miki, che bei complimenti. Ecchecavoli, sono contento, mi fanno veramente piacere.
EliminaIn merito ai lego... licenza poetica, in realtà mi diverto più io 😃😃😃
EliminaBellissimo come sempre, un piccolo quadro in cui possiamo riconoscerci in tanti.
RispondiEliminaE almeno sei fortunato coi lego, io ho una femminuccia e certe volte mi è toccato giocare con le bambole ;-)
Hahahahaha, mi sono piegato dal ridere al pensiero di te che giochi con le bambole, poi mi sono ricordato di quando mia figlia era piccola e ho smesso hahahahaha, però, dai, che bello. Grazie per aver apprezzato Ariano, un raccontino buttato lì.
EliminaHai il dono di far "vedere" i tuoi racconti, di far rivivere certi momenti personali.
RispondiEliminaMi sembra di aver capito che sei un medico e non dico che aver bisogno del dottore sia piacevole, ma se tanto mi da tanto,la tua presenza deve alleviare di molto una situazione critica.
Cristiana
Ciao Cristiana, intanto grazie per i complimenti che da una donna intelligente come te sono sempre graditissimi. Per il resto, sono un infermiere, e sì, ho sempre lavorato nell'ambito dell'area critica: neurochirurgia, Pronto Soccorso, Unità Coronarica.
EliminaUn salutone.
Eh... i bambini! e il bambino che è rimasto in noi, che ogni tanto si ripresenta! E meno male dico io.
RispondiEliminaAffetti insostituibili: mamma, figlio, nonna, nipote, papà, ognuno diverso, importante, insostituibile, appunto. Forza, vai a giocare con i Lego e cerca di farti trascinare dalla sua creatività e la tua nonna, dal cielo, sarà felice di vedere che uomo sei diventato.
Buona serata.
sinforosa
Ciao Siforosa, grazie. Mia nonna è sempre con me, sempre. Ho avuto il privilegio e l'onore di accogliere il suo ultimo respiro.
Elimina1)Non essere geloso della tua mamma che fa la nonna con tanta gioia. Noi nonne lo facciamo perchè vogliamo perdonarci e farci perdonare di aver trascurato i figli (almeno io)
RispondiElimina2) il fatto che ti fai le domande sul se sarai capace di crescere tuo figlio, significa che sarai davvero un buon padre.
3) i figli ci insegnano molto, sta a noi genitori imparare
Una carezza a voi due ed una particolare alla nonna (solidarietà tra nonne ^_*)
Ciao Anna, ma sì è solo un raccontino dove narro di tutto o forse di niente, mi ha fatto piacere che tu lo abbia letto come sono anche molto contento della tua visita.
EliminaRicambio di cuore la carezza.
Grazie della tua gentilezza. Scusami tu se non sono molto costante nel leggerti e commentarti. Ricarezza.
EliminaGrazie a te Anna, sono io che dovrei scusarmi con te.
EliminaMolto spesso i bambini ci fanno apprezzare la semplicità delle cose e la serenità dell' affrontare la vita giorno per giorno forse assaporandola davvero con genuinità cosa che diventando adulti purtroppo si perde.
RispondiEliminaL' età adulta è quella dei bilanci del "tirare le somme" di una vita spesso frenetica....che a volte ci fa perdere di vista ciò che è veramente importante...
Ciao Franci, collegona e amica mia. Hai ragione, spesso è così.
EliminaA presto.
... tolgono anche il sonno...
EliminaUuuh, drammatica
EliminaMax.... uno stralcio di vita veramente importante questo. Le tre generazioni checonvivono,di incontrano, si intrecciano,si legano con doppio nodo. Che non si disfa più.
RispondiEliminaBellissimo! Umanamente bello e vero.
Fossero in tanti a porsi certe domande... forse i bambini di oggi uomini di domani sarebbero più preparati alla vita. Solo uno buono e o onesto si pone domande simili!
Grazie Patri, grazie. Soltanto un raccontino, però tu sai chi manca all'appello, un po' è dedicato a chi è lontano. Vabbè, bando alle tristezze, si scribacchia, si gioca, si scherza.
EliminaTi mando un abbraccio grosso come una casa.
p.s. non sono così buono, ti assicuro. Alla fine sono uno cresciuto nei vicoli che si da un tono 😃😃😃
Che meraviglia. Davvero.
RispondiEliminaCavoli Serena, grazie davvero. Sono contento.
EliminaI bambini sono preziosissimi *_* Ci riallineano con la quotidianità, i guai, noi stessi... l'universo!
RispondiEliminaSi, è così. Eccome se è così, sono inseriti, incastonati nell'ordine naturale delle cose.
EliminaPoi si cresce, si imparano mille lingue diverse, si affina l'eloquio, in fondo per non dire nulla. Un po' schiacciati dall'ineluttabile vaghiamo alla ricerca di stimoli, coltiviamo interessi, tutto pur di non rimanere soli con noi stessi. Per non dover parlare con l'amico immaginario della fanciullezza che ci ha voltato la faccia.
Bello questo quadro metropolitano di pensieri e ricordi e sensazioni, mi sembrava di essere lì e vedere con i tuoi occhi e con la tua anima!
RispondiEliminaGrazie Giulia, è un complimento bellissimo. Da una scrittrice è una folata di brezza rigenerante.
Elimina--- COMUNICAZIONE DI SERVIZIO----
RispondiEliminaHo ricevuto l'ennesimo messaggio anonimo, chi mi segue tramite le news letter lo avrà sicuramente letto. Messaggi grondanti livore e sintomatici di profonda invidia nei confronti della mia persona e di questo blogghetto che molto umilmente mantengo attivo.
Purtroppo le persone laide e infami esistono, si divertono a insozzare gli altri nascondendosi dietro un anonimato che al giorno d'oggi, diciamolo, è difficile da mantenere. Esiste la Polizia Postale come esistono persone capaci di rintracciare gli anonimi. La persona implicata in tali porcherie è ancora ben visibile tra i miei contatti e ci rimarrà sino alla conclusione di questa storia.
Mi dispiace per coloro che hanno dovuto sorbirsi lo squallore di certe parole false e tendenziose.
Infinitesimale va avanti.
Devo dire che, sebbene non da padre ma da zio, mi sono riconosciuto abbastanza nel tuo racconto. Credo che i nonni investano spesso sui nipoti per recuperare quell'affetto che i figli spesso sottraggono loro da un certo momento in avanti. Finché i nipoti non sono abbastanza grandi da sottrarglielo a loro volta. Anche questi sono spaccati di vita...
RispondiEliminaBella la parte relativa alla descrizione della pioggia!
P.S. Grazie per avermi riproposto in vetrina, nonostante la mia nuova testata non si presti granché bene all'operazione ;-)
Grazie Ivano, in effetti è come dici tu, diciamo che l'aspetto "romanzato" ha sottolineato quel tipo di circolarità cui ti riferisci senza calcare la mano sull'aspetto più realistico. Grazie comunque per l'apprezzamento di questo giochino narrativo.
EliminaIn merito alla bacheca, erano due mesi che appariva Patricia e mi sono proprio "fumanto" l'aggiornamento, quindi il grazie va alla blogger Mariella che mi ha riportato sul giusto binario.
Per l'immagine tua... sì è stato difficile, ho provato anche a modificare i toni e i colori ma meglio di così non riesco, l'orriginale appariva addirittura trasparente. Se vuoi inviarmi un'immagine migliore, la cambio ben volentieri. L'ho già fatto anche per altri.
Di solito sono le mamme a sbandierare il proprio amore per i figli, a farlo sentire, a viverlo in modo simbiotico. I padri sono figure defilate e non parlo ovviamente di sentimenti, ma di capacità di mostrarli. Tu, tutte le volte, mi fai sentire sulla pelle l'amore viscerale che hai per i tuoi figli, quando soffri per i problemi che l'adolescenza comporta, quando giochi (anche con i Lego) con il piccolo che crescerà ascoltando i tuoi consigli. Tutto questo è molto bello, molto. Rimani così, invecchia con questo spirito, grande Max! :)
RispondiEliminaCiao Mari, intanto grazie per le belle parole, per il resto devo dire che amo mettermi in gioco parlando di cose che sono pressanti per me adattando e rendendo tutto fruibile sotto forma di narrazione. Tutto ciò che scrivo è un po' la mia palestra personale, discuto poco di scrittura (infatti mi dispiace non partecipare attivamente nei blog di coloro che si occupano specificatamente di questo, pur seguendoli e leggendoli), preferisco scrivere punto e basta. I miei romanzi (per ora) sono legati a tematiche thriller/giallo/hard boiled che dir si voglia. Questi esperimenti di scrittura da blogger, diciamo di pancia e umorali, servono a me per saggiare sino a che punto sono in grado di modificare ciò che per generi specifici può essere rivisto con il mio stile. Forse con Joshua, e con il prossimo che spero esca presto, ci sono riuscito ( a proposito, credo di aver dipinto scenari che anticipano di un anno tematiche molto presenti nelle dinamiche internazionali, peccato che se ne accorgeranno poche centinaia di persone). La strada è ancora lunga, cosa c'è di meglio che esporre il fianco per mettere alla prova la capacità di reazione? Ovvio che il quadro generale della mia scrittura e il più obiettivo dei giudizi possono averlo solo coloro che hanno letto il mio romanzo e contemporaneamente i post. Qui gioco e sperimento... lì tento di fare sul serio.
EliminaGrazie ancora Marina, sei preziosa come amica e preziosi sono i tuoi consigli.
Sfrutti bene gli spazi che ti sei ritagliato nel blog e accidenti se i tuoi post umorali non vanno a segno! Per me potresti scrivere di tutto nei tuoi romanzi e aspetto il prossimo per godermi la tua verve narratoria. Ho idea che ce ne racconterai delle belle! :)
EliminaSei una risorsa preziosa anche tu!
Grazie Mari, grazie davvero. Magari sbaglio, ma credo che l'unico modo per farsi conoscere, al di là dei proclami e della presentazione di curricula, sia mettere le palle sul ceppo ed esporsi al giudizio dei lettori. Modo più onesto di questo non conosco. Certo il rischio di non piacere e tagliarsi le gambe d soli e subito è alto, ma in fondo... questo voglio fare, scrivere, quindi tanto vale stringere i denti e tuffarsi.
EliminaGrazie davvero sai, e non lo dico tanto per dire.
Buon lavoro, insisti, persisti, resisti, so che ci dai dentro anche tu in questo periodo.
Anche io odio i lego eheeheh, e l'aspetto del bambino nella mia vita è un punto fermo, perché mi ricorda chi ero e come vedevo il mondo, e non c'è modo migliore di usare quegli occhi lì. :)
RispondiEliminaIspy
Ciao Ispy, sai che è vero? Ogni tanto quel tipo di visione aiuta. Aiuta parecchio.
EliminaMeraviglioso. Non aggiungo altro, per amico mio.chè sono ancora commosso.
RispondiEliminaCiao
Cavoli Nick, grazie sai? Mi fai contento. Grazie davvero.
EliminaUno dei tuoi racconti che ci riappacifica con la vita.
RispondiEliminaQuanto coraggio nello sguardo dei nonni. Noi da figli, li abbiamo subiti, a volte temuti, spesso contestati. E loro lo sanno che per educare, spesso e volentieri, hanno dovuto mettere in secondo piano l'amore. Ora, con i nipoti le cose tornano a posto, regalano il meglio di se stessi, quello che allora non abbiamo potuto vedere. Ma che adesso prova a risarcisci di tutto e ci regala il meglio di noi.
PS: ma a Milano non vieni mai? In piazza San Babila, poco prima di Natale hanno aperto un mega negozio Lego. Non ti dico il mio di nipote, come è impazzito quel giorno tra scatole e interi personaggi ricostruiti a misura d'uomo. Bisogna che tu ci venga in "gita" per la gioia del tuo bambino. Per il resto "sopporta". ahahahah bacio Max.
Ciao Mariella, beh, intanto grazie per le belle parole, poi, cavoli, mio figlio colleziona tutto della lego, sai che potrebbe essere una bella idea? Aspetto però la bella stagione per una gita a Milano.
EliminaUn abbraccione grande.
E avvisami se passi di qua :)
EliminaSe capita volentieri.
EliminaCiao Mariella.
Dante Alighieri aveva detto: "Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini." Per quello abbiamo così tanto da imparare da loro, privi come sono delle nostre sovrastrutture mentali, e prima che noi adulti arriviamo a sciuparli. Bel racconto: la descrizione della città sporca e del ragazzo tossico con la madre che invece si spacca la schiena per lui è molto... milanese, purtroppo.
RispondiEliminaCiao Cristina, grazie del bel commento. Per il resto, Genova è sempre stata una città molto "americana" in questo senso, non ci facciamo mancare di nulla, siamo passati dalla vecchia ccriminalità allo squallore maggiore di una microdelinquenza veramente fastidiosa.
EliminaAlla faccia dei post inutili, Massi ehehehhehe... Per me leggerti è ogni volta come un pugno nello stomaco, in senso buon, eh!... Ecco, è questo che adoro della tua scrittura: questo contorcimento emozionale che mi piglia ad ogni frammento che è tuo, ovvio, ma anche un pò nostro, di noi che ti leggiamo, questo sentore di intenso che mi rimane anche dopo, dopo averti letto, e il rimuginio che non mi abbandona per un pò... Perchè solo chi sa riportare a parole emozioni così vive e fulgide, riesce veramente ad arrivare al cuore altrui...
RispondiEliminaE comunque, posso dirlo, anche questa grande prova di "gettualità"! Cappero, che getto di pensieri e di sublime scrittura.
P.s. però i lego, no, dai! è così fantastico giocare con i lego... Non si spalamano da nessuna parte. Preferisci il Playdoh????... Se vuoi facciamo a cambio... prenditi tutti i miei playhdoh. ti preeeegoooooooooooooooo
Cavoli Irene, sono cose bellissime quelle che dici, per uno scribacchino come me straordinarie- Per il resto, come dico sempre, piuttosto che "discutere" di scrittura preferisco mettere le palle sul ceppo ed espormi alle critiche e ai giudizi. Grande palestra, credo.
EliminaUn abbraccio, grazie. Per il lego, in verità mi ci dedico, eccome. DEVO. 😃😃😃
Stupendo, non aggiungo altro.
RispondiEliminaAnzi, un paio di cose sì. :-)
Essendo molto introverso raramente esprimo con le parole i miei sentimenti e farlo non è facile. Ma con i propri figli non è necessario perdersi in mille parole. Basta un gesto, uno sguardo oppure un sorriso. E in quell'instante è tutto detto.
A volte mi fermo e li guardo dormire. In quei momenti tutti i problemi e le difficoltà della giornata svaniscono...
E svanisce anche chi non ha di meglio da fare che nascondersi dietro un anonimato illusorio e infangare il prossimo.
Ciao Diego, ti devo ringraziare sai? Quello che dici in merito ai figli e legato a cose che hai capito alla prima, io con i più grandi, vuoi perché ero giovane e distratto, vuoi perché la vita che conducevo era convulsa, non sono stato così attento. Ora alle soglie dei cinquat'anni con questo ultimo capolavoro (forse l'unico vero capolavoro che realizzerò nella mia vita), ho capito tante cose. Questo per dirti che ti ringrazio delle belle parole per me, ma io non ho merito. Tu sei super, e sei introverso perché sei una persona intelligente, sai che non c'è bisogno di vane parole.
EliminaIn merito all'anonimo... provo pena per quell'essere.
Molto toccante, come molte delle cose che scrivi. Grazie.
RispondiEliminaCiao Silvia, grazie, detto da te è un gran complimento.
EliminaBellissimo!
RispondiEliminaGrazie Giuseppe, gentilissimo come sempre.
EliminaThis was great. I hope that you'll add more details on the buy dissertation online topic. Should be useful in any way.
RispondiEliminaThanks, maybe ... but I prefer to do alone
Eliminaquanto sei amorevole quando mi racconti queste storie, ti voglio ancora più bene..Le godo le bevo come una tazza di the freddo durante l'estate e poi ti vedo con tuo figlio sulle spalle e la tenerezza aumenta...
RispondiEliminaOra vado a prender al centesima pastiglia del giorno e mangio qualcosa...
Ti stringo forte meraviglia!
Cara Nella, come sempre mi riempi di complimenti e di parole dolci. Ti ringrazio tanto, sono tutte carezze.
EliminaScrivere raccontini come questo è il mio modo per tirare fuori sentimentie verificare l'efficacia di un certo tipo di narrazione.
Ti prego di rimanere salda e di essere forte, so bene che per te non è un bel momento.
Un abbraccio grande.