Tentativo di
narrazione. Forse per un racconto lungo da inserire in una raccolta, oppure
parte di un romanzo con attinenza in fase di progettazione. Boh, bozza nuda e
cruda esposta al pubblico giudizio. Nulla di definitivo, tutto ancora da scrivere, correggere e migliorare... o cancellare.
… Riesco a immaginare
la tua rabbia, ma ancora di più il tuo smarrimento. Perché di questo si tratta,
in fondo.
La violenza è spesso figlia della desolante paura di chi si sente in
balia del mondo. C'è un confine, sottile ma profondissimo, che separa l'umana
coscienza dall'animalesco dibattersi annichiliti dal terrore.
Dicevo di essere in
grado di capire, ed è vero. Sono io stesso il risultato di quelle paure e turbamenti.
Non ho dimenticato cosa significhi l'incertezza, il senso di inadeguatezza di
fronte a una vita che si rivela piena di incognite.
Quando si è giovani
esiste solo l'assoluto. Tutto ti schiaccia o ti esalta.
Tutto scorre, anche
questo è vero. Non voglio però sminuire la questione raccontandoti che il tempo
aggiusta sempre le cose.
Occasionalmente ci
sentiamo come aggrappati a un masso mentre il turbinare delle acque ci passa
sopra. Ci attraversa. Urliamo al cielo, non necessariamente per chiedere aiuto.
Spesso semplicemente perché non vorremmo essere lì, non ci interessa nuotare e
navigare quel fiume. Il desiderio di salvezza ci è estraneo. Ed è un urlo doloroso,
che spacca i polmoni e risucchia i visceri, rende sordi.
Sì, può capitare di desiderare il nulla. Non esistere.
In questo non posso aiutarti. Io, se scaraventato sul ciglio del più profondo dei precipizi cercherei di restare aggrappato anche al più aguzzo e tagliente spunzone di roccia. Sono fatto così.
Sì, può capitare di desiderare il nulla. Non esistere.
In questo non posso aiutarti. Io, se scaraventato sul ciglio del più profondo dei precipizi cercherei di restare aggrappato anche al più aguzzo e tagliente spunzone di roccia. Sono fatto così.
Ho osservato il tuo
volto e ascoltato ciò che avevi da dire, più che fare attenzione alle accuse vomitate e
alle parole dette con la bava alla bocca mi sono soffermato sul suono soffocato
delle ultime sillabe, sullo scricchiolio della gola che cercava di deglutire,
sulla sofferenza che c'era nelle vocali spezzate pronunciate, sul lamento
monocorde e quasi impercettibile che scuoteva il mio cuore tra lo spazio dell'ultimo
suono udibile e il roteare dei tuoi occhi che avrebbero voluto piangere, dire
altro. C'era speranza inconfessata nei tuoi gesti. A questo mi aggrappo.
Avrei voluto
abbracciarti. Non l'ho fatto. Ho lasciato vincere il tuo rifiuto. Ho scelto di
essere odiato. Mi sono fatto agnello sull'altare di qualche dio bastardo che
chiede sangue. Ora hai bisogno di questo? Ebbene io te lo offro. Usami come
valvola di sfogo per tutta la desolazione che porti nel cuore.
Io ti sono padre. Il
tuo dolore è il mio.
Non puoi capire
adesso, lo so. Ora madre e padre hanno la consistenza di quella polvere maledetta che ti distrae da te stesso.
Quello che non capisci è che mille volte verrai abbandonato e altre mille
ritroverai quei genitori artificiali e infami che ti guardano beffardi, illusioni
di benessere chimico. Oppure lo sai bene, e questo è il tuo modo per gridarci
in faccia quanto siamo stati inadeguati con te. Allora che odio sia. Prenditela
con me, non distruggere ciò che sei e che potrai ancora essere.
Se far parte della tua vita comporta ricevere sputi in faccia, allora ben vengano, se dare
il mio nome al tuo furore è necessario per trovare una strada, fallo. Io ci
sono, anche da lontano. Io ti sono padre. Ho le spalle larghe e le braccia
forti, posso abbracciarti senza nemmeno toccarti. Si chiama amore.
© 2017 di Massimiliano Riccardi
Un incipit che fa sperare che ci sia un seguito.
RispondiEliminaUn argomento che coinvolge da sempre genitori e figli con i suoi eterni interrogativi ,con una gamma infinita di possibilità per questo vincolo che esiste da che mondo è mondo.
Cri
Ciao Cristiana, è una lettera aperta, o forse un dialogo. Si parla di droga e di disagio.
Elimina"Urliamo al cielo, non necessariamente per chiedere aiuto. Spesso semplicemente perché non vorremmo essere lì": da incorniciare.
RispondiEliminaChe si facesse riferimento alla droga l'avevo mezzo inteso con quel "madre e padre hanno la consistenza di quella polvere maledetta che ti distrae da te stesso", è una problematica che fortunatamente non conosco (nessuno nella mia famiglia, anche in senso ampio, e nella mia cerchia di conoscenti ha avuto problemi del genere) però vivo in una città piccola e so di alcune persone che purtroppo ce l'hanno eccome, e in effetti basta vederle in faccia quando camminano per strada, gli occhi persi nel vuoto, il modo strascicato di muoversi, pr capire quanto ti distrugga quella roba maledetta.
Ciao Ariano, hai sottolineato il punto. Certo la droga, ma anche il disagio di esistere, la depressione, la paura, l'angoscia, la stanchezza mentale.
EliminaLe dipendenze, tutte, sono richieste di aiuto. Ascoltarle e rispondere fa parte del duro mestiere del genitore e, in senso più ampio, è il dovere di una società che vuole chiamarsi civile.
RispondiEliminaAssolutamente vero. È difficile però. Molto difficile. Grazie Roby.
Eliminaun inno all'amore che lega i genitori ai figli sempre e comunque.
RispondiEliminaCiao Annamaria, un inno all'amore, è vero. È tutto così complicato però.
EliminaCiao Cassidy, è solo una bozza, il mitico Johnny è sempre una garanzia, lo adoro.
RispondiEliminaChe dirti Max? È un pezzo di una brsvura tale che è degna di un grande scrittore. Profondità, senso del dolore,senso di impotenza e sensi di colpa. Un incipit che sa di verità.
RispondiEliminaChissà quanti genitori si trovano in una situazione simile ma chissà quanti sarebbero disposti ad essere agnello sacrificale.
Bacio!
Ciao Patri, grazie per il complimento, lo apprezzo molto tanto più che si tratta soltanto di una bozza. Sì, c'è un po' di tutto nella gamma di sentimenti. Credo che chi vive certe cose possa a sua volta sentirsi schiacciato da quel tipo di problema, che poi è sempre la punta dell'iceberg di qualcosa di più profondo.
EliminaLui riesce a trovare da ogni situazione motivi per andare avanti e interrogarsi, è un lottatore. La scrittura lo aiuta.
EliminaBUUM !!!
EliminaIntanto la scelta della canzone è ottima, ed il racconto non è da meno. ;-)
RispondiEliminaBella sì, Johnny cash è un grande. Grazie per il complimento che metto via e conservo. A proposito Raffaele, da una settimana sei ospite nella mia bacheca.
EliminaDavvero bellissima! Leggere queste bellissime parole ascoltando Johnny Cash mi ha veramente emozionato. Spero ci sia un seguito.
RispondiEliminaTi ringrazio davvero tanto. Grazie anche per aver voluto visitare il mio blogghetto.
EliminaGenitori, figli, dolore, sofferenze, desiderio di supportare, c' è già tutto è tutto dovrai sviscerare sotto la lente d'ingrandimento. Bello e di spessore. La musica poi è emozionante.
RispondiEliminasinforosa
Ciao Sinforosa. Se decido di proseguire mi aspetta un bel lavoro, sì. Grazie davvero per il tuo intervento e per l'apprezzamento.
EliminaBravo.
RispondiEliminaE la scelta di Cash è azzeccata. (Sì, commento conciso ma i liguri, si sa... ;))
Grazie Marco, se non è un bravo dato per cortesia tra corregionali mi esalto, tu sei un maestro del racconto. Arte difficile.
EliminaUn racconto toccante, complimenti
RispondiEliminaGrazie Francy. Anche tu da buona ligure... concisa 😉😉😉 Sono contento ti sia piaciuto.
EliminaPoche parole,ma buone😄😉😉😉 noi liguri siamo concisi, ma incisivi.....
EliminaSempre detto 😄😄😄
EliminaMolto intenso e toccante, riesci sempre a usare le parole in modo sublime, traspare il dolore, l'angoscia e tanto amore.
RispondiEliminaCavoli, detto da una scrittrice come te, che sa parlar d'amore, mi fa molto piacere. Grazie Giulia.
EliminaTi invidio la fonte di ispirazione, perché ti fa essere così, guarda Max, oso un termine che, però, devi interpretare nel giusto modo, ti fa essere così liquido! Intendo dire che le tue parole scorrono senza incontrare freni, interruzioni, sono piene di quella libertà che rendono la tua scrittura genuina e vera.
RispondiEliminaLe vedo ottime per uno sfogo funzionale a qualcosa: costruiscigli attorno una bella storia.
Inutile negare che rimango molto colpito dalle tue parole. Molto. Le cose che leggi in questo post, come molte altre, più o meno piacevoli o interessanti, sono riconducibili al discorso che faccio sempre in merito all'esercizio della scrittura. Mi spiego meglio: più che parlare di scrittura, ho deciso da tempo di mettere le famose palle sul ceppo e lasciare al lettore l'arbitrio di risparmiare o mozzare. È il mio modo di fare esercizio, imparare, migliorare. Ricordo un post di Salvatore Anfuso imperniato sull'onestà degli autori. Ebbene, l'unica forma di onestà che conosco nella scrittura è la scrittura stessa, così come esce alla luce, senza filtri e timori reverenziali. Volendo intraprendere il percorso di scribacchino avrei potuto costruire un blog paludato consono alla serietà di un "presunto scrittore", ho preferito la strada del gioco e della sperimentazione, la strada dell' esposizione di pregi e difetti. Perdonami per la tiritera.
EliminaPer il resto... tu sei una Donna intelligente e come tale leggi, "ascolti" le pause, percepisci il timbro e i mezzi toni. Leggi tra le righe come pochi.Ti ringrazio tanto, per quello che mi dici e per quello che hai il garbo di non dire. Sei super.
Un racconto che fa riflettere molto.
RispondiEliminaBuon inizio di settimana.
Ti ringrazio Vincenzo. Buon Inizio settimana anche a te.
EliminaUn passo molto intenso e sentito e che risalta come i genitori (il padre in questo caso) facciano di tutto per amore dei loro figli
RispondiEliminaCiao Daniele. L'amore per i figli è un esercizio complicato.
EliminaEssere padre è anche portare sulle proprie spalle una parte del fardello. La chiusa è sublime. Spero anch'io in un seguito!
RispondiEliminaCiao Cristina, ti ringrazio. Chissà se riesco a cavarne fuori qualcosa.
EliminaCiao :-)
RispondiEliminaDescrivi emozioni molto forti che sarebbe bello vedere approfondite in una storia. Ti auguro di scriverla.
Ti ringrazio Iara. Grazie davvero. Vado avanti per tentativi. Sei gentile.
EliminaPer me è un ottimo inizio. Amarezza, desolazione, rabbia eppure c'è speranza.
RispondiEliminaQuella "bestia" maledetta divora tutto ciò che di buono c'è in una persona. Ti schiavizza, ti distrugge. A volte però, in fondo, giusto in fondo, c'è ancora una piccola fiamma che cova sotto la cenere. E succede. Ma non si può risalire dal buio da soli. Quel padre aspetterà e quel figlio tornerà. Che meraviglia Max, da aggiungere ai miei incipit del cuore!
Cavoli Mariella, mi rendi onore, pensa che è soltanto una bozza. Grazie di cuore. Per il resto... è così, quel padre aspetterà.
EliminaBellissimo Massimiliano. Ma non lo vedo come incipit, bensì come conclusione finale. Sono d'accordo con Marina Guarneri che la tua fonte di ispirazione ti fa essere "liquido" e scorrevole come acqua che copre tutto senza trovare ostacoli. Tutto scorre in questo dialogo muto tra te, impotente e piagato in due dal senso di colpa, e tuo figlio che cerca nella droga quello che forse non sei stato capace di dargli tu.
RispondiEliminaNel mio primo romanzo, edito nel 2008, c'è alla fine un padre disperato che scrive al suo unico figlio una lettera angosciate ed angosciosa, rivelandogli alcuni suoi segreti. Anche a me, scrivendola, mi è venuta come acqua di sorgente, veloce, fluida e trasparente. Scritta, cotta e mangiata senza correzioni. Forse perché sono padre e così ho sempre parlato ai miei figli.
Una bella prosa, molto solida e che fa presa.
Ciao Vincenzo, intanto ti ringrazio tantissimo, poi aggiungo che in effetti non si tratta di un incipit ( ho messo i puntini all'inizio per quel motivo) ma piuttosto di uno spezzone di una narrazione più ampia. È un "dialogo" frutto della fantasia, ovviamente.
EliminaSono contento che ti sia piaciuto, devo dire che mi hai reso onore e ti ringrazio nuovamente.
---mi sono soffermato sul suono soffocato delle ultime sillabe, sullo scricchiolio della gola che cercava di deglutire, sulla sofferenza che c'era nelle vocali spezzate pronunciate/...Avrei voluto abbracciarti. Non l'ho fatto...in queste frasi la psicologia della rinascita...tutta la sofferenza del figlio e la determinazione di un padre consapevole che la salvezza non ha parole, e arriverà dal cuore, crescendo come un seme nella coscienza del ragazzo. Un tema attuale sviscerato con grande bravura, complimenti!
RispondiEliminaCiao Rosanna, grazie. Anche tu hai capito molto di più di quello che sono riuscito ad esprimere. Grazie di cuore.
EliminaMassimiliano, il tuo racconto mi ha colpito, trascinato, affondato, straziato, riempito di doloroso e infinito amore paterno e incondizionato.
RispondiEliminaBello molto bello.
Ciao Anna Maria. Non hai idea del piacere che mi fanno le tue parole. Grazie.
EliminaMi sono svegliata presto oggi è navigando alla cieca tramite amici blogger sono arrivata qui , e sto leggendo una cosa che mi riguarda da vicino , che conosco bene .cone sorella, e come una figli a impotente. Posso solo dire che non sempre si può recuperare ...e che spesso , nel caso della nostra famiglia è il padre la figura assente, e capisco tutti i sentimenti che si provano ed è difficile descriverli .mi hai dato un input sai ? Forse sarebbe bene che io affrontassi questo dolore sopito,di una sorella che non si è mai arresa .scusa se sono uscita dal tema :) Buon martedì juliet
RispondiEliminaCiao Juliet. Sono contento di aver condiviso questo "racconto". Ci sono situazioni talmente gravi quanto sottotraccia da condizionare realmente il corso di una vita. Io non ho consigli da dare o soluzioni da offrire, o meglio, a livello molto superficiale potrei, ma proprio perché sono consapevole che ogni esperienza racchiude in sé interi universi emozionali e psicologici, mi limito a decontestualizzare narrando, per aiutare me stesso in primis e poi offrire uno spunto all'occasionale lettore. Grazie ancora. Ciao Juliet.
Elimina