Molto spesso consideriamo gli avvenimenti e le cose valutando, come amo ripetere, "per sentito dire", quindi siamo portati a giudicare secondo parametri che ci sono stati inculcati. Mi spiego meglio: un certo tipo di stampa, alcuni intellettuali di posa, tristi censori del presunto buon gusto, "appioppano" etichette a fenomeni rilevanti di comunicazione classificandoli come non artistici, culturalmente irrilevanti se non addirittura nocivi dal punto di vista psico pedagogico. Un esempio tra tutti è il mondo del fumetto. Purtroppo, il fumetto è considerato da molti come una forma d'arte di serie B. Io non credo sia vero, anzi, come alcuni sostengono possiamo tranquillamente parlare della Nona arte.
Da
collezionista, possiedo raccolte sterminate prevalentemente Bonelliane ma anche
di altre case editrici, posso dire che nel mondo delle nuvole parlanti si
trovano esempi altissimi di tecnica del
disegno e di sceneggiatura, storie incredibili che hanno in molti casi
contribuito a formare l'immaginario collettivo. Potremmo citare numerosi esempi
di fumetto d'autore partendo, magari, dai francesi e dai belgi,
più che prolifici, dove troviamo i creatori di TIN TIN, Lucky Luke, Asterix, Titeuf, l'immenso e bellissimo Blueberry, Michel Vaillant e
molti altri. Evito di citare i fumetti dei poderosi argentini come Robin Wood,
Carlos Trillo, Mordillo, Josè Salinas ecc… Tralascio l'excursus su Disney
perché già troppo si è scritto e detto, anche se capisco che sarebbe doveroso,
salto a piè pari la Marvel e la DC forse
perché a parte rare eccezioni non sono di mio gradimento. Insomma, un mondo
intero di artisti ha scelto questo meraviglioso mezzo di comunicazione per
trasmettere emozioni e bellezza. Non è forse questa arte?
L'Italia
ha contribuito in maniera significativa, bastano pochi nomi per risvegliare
memorie antiche e piacevoli suggestioni: Bonvi, Jacovitti, Max Bunker, Hugo
Pratt, Tiziano Sclavi, Bonelli, Leo Ortolani, Magnus, il trio EsseGesse,
Crepax, Altan, Castelli, Manara, Andrea pazienza, la lista sarebbe lunghissima
e con senso di frustrazione (ci vorrebbe un'enciclopedia e non un semplice post
su di un Blog), tralascio molti, moltissimi altri valenti autori e disegnatori
che hanno fatto la storia.
Tutta
questa tirata per arrivare al nocciolo della questione, volevo parlare di uno tra i tanti personaggi che ho veramente amato. Sono stato prolisso e
non ho aggiunto niente di nuovo alle
conoscenze di chi ha la bontà di leggermi ma non potevo esimermi dal
ripercorrere, anche solo citandola, una frammentaria lista di vere e proprie
colonne portanti di questa fabbrica di idee, immaginazione che è il mondo del
Fumetto. Quindi veniamo al dunque.
Nel
1975, un'Italia in bilico tra le forze più conservatrici e la spinta innovativa
della rivoluzione post sessantottina, vede la nascita di un personaggio che
solo in apparenza è assimilabile agli eroi già esistenti nel panorama
fumettistico. Guido Nolitta (pseudonimo
usato da Sergio Bonelli) inventa Mister No. Le storie sono ambientate in Brasile,
Mister No abita a Manaus, per vivere accompagna i turisti con il suo Piper in
voli di piacere sulla foresta amazzonica. Le avventure sono comunque ambientate
nel resto del sud America e occasionalmente in altri continenti. Ovviamente ne
capitano di tutti i colori e ogni puntata è ad altissima tensione emotiva. Lui
dice No, no alle ingiustizie, alle prevaricazioni, alla violenza gratuita. Un
bastiancontrario fatto e finito, che non si piega alle convenzioni del mondo
consumistico.
L'operazione
è ardita, c'era bisogno di un eroe da fare proprio, da amare, da seguire nelle
sue avventure. Doveva essere un eroe non di rottura, un anticonformista a tutto
tondo, il rischio sarebbe stato quello di creare un personaggio di nicchia
seguito solo da giovani ideologicamente identificabili, tutto si sarebbe ridotto
a un fenomeno marginale dedicato a pochi... L'operazione di Bonelli, bisogna
contestualizzare e considerare l'epoca, fu un vero e proprio tentativo di
ribaltare la visione dell'eroe classico. Per la prima volta incontriamo un anti
eroe, assolutamente inserito nel sistema ma senza farne parte in maniera
organica. Le caratteristiche sono comuni
agli altri personaggi Bonelliani: coraggio da vendere; prestanza fisica;
forza. Per la prima volta, però,
incontriamo un eroe capace di scontrarsi con il potere costituito, senza
volerlo necessariamente abbattere ma piuttosto di cambiarlo. Un eroe che beve,
si ubriaca, impreca, va a donne, ma che ama l'ambiente e lo protegge, che
agisce non tanto per un generico e aleatorio senso dell'onore ma piuttosto per
tutelare e proteggere le persone. Un eroe umano che considera l'uomo qualcosa
di importante a prescindere dalla razza o dal credo religioso. Ironico,
dissacratore, sempre al verde, con una visione della vita fanciullesca ma
pronto a mettere in gioco la propria vita per salvare quella di un amico o di
un estraneo perseguitato. Bellissime sono le puntate dedicate alle lotte in
difesa degli indios della foresta Amazzonica. Per quasi trent'anni Jerry Drake,
il vero nome di Mister No, ci ha fatto immaginare avventure incredibili. Se
chiudo gli occhi riesco a immaginarmelo mentre alla guida del suo sgangherato
Piper mi saluta con la mano e mi incita a fare come lui, volare e guardare
tutto dall'alto e vivere intensamente come se non ci fosse un domani.
Penso che questo post
non abbia assolutamente arricchito nessuno di informazioni che non siano già di
pubblico dominio e stranote ai più. Ho voluto solo rendere omaggio a uno dei
tanti "fabbricanti di sogni" che hanno allietato la mia gioventù.
Boa
noite, meus amigos.
© 2015 di Massimiliano Riccardi
Approvo in toto la tua difesa della nona arte. Anch'io sono un appassionato e collezionista di fumetti, anche se in genere non mi spingo oltre gli anni 70. Sto anche preparando un post su alcuni dei miei fumetti preferiti, ma uscirà sul blog solo dopo la pausa estiva. Per questo mi dispenso da citarli qui adesso. Posso solo dirti che a differenza di te non sono un bonelliano :P
RispondiEliminanembo kid o essegesse?
RispondiEliminaTra i due, essegesse... Nembo Kid non mi ha mai detto niente.
RispondiEliminaGrande!!
RispondiEliminaSe ti serve materiale, copertine , ecc.. scrivimi una mail.
RispondiEliminaTi ringrazio, ma sarà una top ten di collane dei primi anni '70 e dispongo già del materiale necessario.
RispondiEliminaNon vedo l'ora di leggerti.
RispondiEliminaHo 600 al bi di Tex Willer, basta per dire come la penso?
RispondiEliminaBasta e avanza Ferruccio. Grande!!! Siamo dei bambinoni, ma in punta di piedi guardiamo al futuro. Solo orizzonti e strade aperte davanti a noi, la colonna vertebrale schiacciata dalle troppe sicurezze la lasciamo ad altri.
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