Una scrittrice, una Signora della letteratura. Se fossimo in
Francia o in un altro Paese Europeo che privilegia la cultura a discapito di
altre amenità, verrebbe incensata dal grande pubblico e si sarebbero scritte
pagine e pagine di giornali. Pensate che stia esagerando?
Mariangela
Cerrino scrive il
suo primo romanzo all'età di diciassette anni, un volume storico sulla
rivoluzione americana. La casa editrice Sonzogno
lo pubblica. Sempre con la stessa casa editrice, dal 1966 sino al 1973 pubblica
14 romanzi storici con lo pseudonimo di Mary I. Cherry, libri con copertine
disegnate da Guido Crepax. Nei
periodi successivi scrive altri cinque romanzi per la Casa Editrice Frontiera.

Negli anni '80 decide
di reinventarsi e tentare nuove strade e si dedica con successo al fantasy e
alla fantascienza. Pubblica un racconto che viene subito comprato dalla RAI e
utilizzato per una importante trasmissione televisiva. Visto il successo
continua a produrre romanzi fantastici, genere che la lancia nelle vette
delle classifiche. Nel 1983 vince il Premio
Italia con il racconto "Il segreto di Mavi-Su". Iniziano
collaborazioni con importanti editori come Peruzzi,
Arnoldo Mondadori, Fanucci, Editrice
Nord. Nel 1989 con il romanzo di fantascienza "L'ultima terra
oscura" vince il secondo Premio Italia.
Si consolida come un punto di riferimento nel fantasy Italiano con la serie del
"ciclo di Mu" sino a "Gli eredi della luce". Continua il
suo percorso di ricerca storico e dall'epopea americana passa al "ciclo
degli etruschi" che comprende tre romanzi tutti editi dalla Longanesi, con il primo della serie, nel 1990
vince nuovamente il Premio Italia
come miglior romanzo dell'anno. Seguono altri romanzi e il quarto Premio Italia della sua carriera come miglior
romanzo dell'anno.

Dal 1999
in poi si dedica al "Ciclo dell'anno mille"
producendo quattro importanti romanzi storici editi dalla Longanesi e SusaLibri Editore. Continua la
produzione di romanzi, spaziamo dal romanzo storico al fantasy, dal mistery e
all'avventura, la vena artistica di questa Autrice sembra inesauribile. Nel
2008 la Mondadori ristampa i romanzi
del "ciclo di Mu". Nel 2012 esce per la Rizzoli
"Absedium" un romanzo storico sulle guerre galliche visto dalla parte
dei Galli occupati.
Vi sembra che le mie affermazioni iniziale possano essere
tacciate di esagerazione?
Molto bene, chiarito che ci troviamo di fronte a una colonna
dell'editoria Italiana, passiamo a qualche curiosità che mi sono permesso di
sollecitare direttamente alla signora Cerrino. Bontà sua e con molta pazienza
ha ceduto all'insistenza di questo povero blogger.
- Prima di tutto, un grazie a tutti i miei
lettori (e a quelli che lo diventeranno!) e poi possiamo passare alla prima,
fondamentale domanda: “Perché scrivo?”
Perché ho sempre amato le visioni che le
parole possono creare; fin da bambina molto piccola, e per merito della mia
mamma, che con le parole sapeva creare intorno a me un mondo fantastico in
tempi in cui questa parola era sconosciuta ai più. Tempi in cui esistevano
soltanto i libri. Per merito dei miei genitori ho cominciato a leggere a cinque
anni, e da allora non mi sono mai fermata. Così ho conosciuto migliaia di mondi
e vissuto migliaia di vite. E poi ho cominciato a scrivere di mondi e di vite.
- L’esordio – lo
pseudonimo
Ho esordito molto giovane. Il mio primo
romanzo è stato pubblicato nel marzo del 1966 e io avrei compiuto diciotto anni
nel dicembre successivo, anche se lo avevo scritto quando di anni ne avevo
soltanto quattordici. Ma era impensabile per un grande editore come Sonzogno
proporlo con un nome italiano nella sua nuova collana che lanciava,
contemporaneamente agli Oscar Mondadori, la novità dei libri
tascabili a prezzo contenuto. Lo pseudonimo, tuttavia, l'avevo scelto già nel
momento in cui avevo deciso che "avrei fatto" la
scrittrice. Per quell’esordio non ho incontrato alcuna difficoltà. Ho
semplicemente mandato all'editore il dattiloscritto e dopo un paio di mesi è
stato accettato. Sul contratto ci sarebbe stata, ovviamente, anche la firma di
mio padre (ero minorenne!). La collaborazione è andata avanti per più di dieci
anni. Ripensandoci ora, sembra davvero di parlare di "un altro
mondo".
- Una domanda che spesso
mi viene rivolta è: quale romanzo o saga ti è rimasto nel cuore, e perché?
Il ciclo degli Etruschi mi ha dato molte
soddisfazioni, anche con le traduzioni in Germania e Spagna e le molte
ristampe, e mi ha aiutata in un periodo non proprio facile della mia vita e
così il ciclo dell'Anno Mille. Non dimentico Lisidranda, che è la storia della
Terra della precedente Ruota del Tempo, rovinata dalla violenza e dalla
cupidigia degli esseri umani che l'hanno resa sterile, assetata e devastata.
Il romanzo più recente, Absedium, Il
Vento di Alesia, è un romanzo molto intenso che narra, servendosi
della figura di un giovane bardo, Ceidrac, della resistenza del
popolo di Gallia all'invasione dei Romani e della guerra che ha sconvolto e
devastato per lunghi anni l'intero paese con ferocia. Anche questo mi è molto
caro, perché è stato, per me, ritornare alle origini.
Il mio romanzo “del cuore” è comunque Il
Margine dell’Alba, ambientato nelle mie terre al tempo delle guerre tra
cattolici e valdesi; un romanzo che mi ha coinvolta moltissimo. Ma, lo devo
ammettere, ogni romanzo, per un motivo o per l'altro, è sempre
"caro" agli occhi di un autore, se è stato scritto mettendoci
l'anima.
E poi ci sono i personaggi, quelli che
proprio non vogliono saperne di staccarsi e andare per la propria strada. E’
difficile scegliere, ma tra i tanti, questi sono i più amati:
Elijah McGowen (ben quattro volumi,
negli storici della frontiera);
Larth/Tarxne del Ciclo degli Etruschi;
Phails di L'Ultima Terra Oscura (Premio
Italia 1990);
Illait di Isley dell'Anno Mille (quattro
volumi);
Etienne de Villard di Il Margine
dell'alba.
- Come mi preparo
per scrivere un romanzo? E per quanto tempo vi lavoro?
Naturalmente dipende dal romanzo. Per
Absedium la preparazione è stata lunga, perché il primo passo è stata la
rilettura del De Bello Gallico. E poi un attento lavoro di ricerca su un
territorio che comunque, essendo il mio, è ricorrente come sfondo ai miei
romanzi. Questo tipo di studio e ricerca è fondamentale per ogni romanzo
storico e richiede mesi (fino a un anno per il ciclo degli Etruschi!) Quando
invece si tratta di “inventare” un nuovo mondo, come nel caso di Lisidranda, il
lavoro di creazione richiede soltanto esperienza e coerenza, perché il mondo
inventato deve essere plausibile e apparire assolutamente reale ai
lettori. Una precisazione: un romanzo ambientato in un'epoca
storicamente realistica deve rispettare assolutamente il contesto geografico,
storico, sociale e ambientale in cui è svolto; è quindi un romanzo dove
personaggi realmente esistiti e personaggi creati dall'autore interagiscono
nell'ambito di una trama inventata dall'autore, ma nel contesto di eventi
storici reali, in un paesaggio reale, che il lettore può ancora riconoscere ed
eventualmente anche raggiungere e visitare. Un autore di romanzi storici ha, a mio
avviso, la licenza di interpretare la storia da differenti punti di vista, ma
non di cambiare quello che è effettivamente accaduto. Con la trilogia degli
Etruschi, io ho interpretato la nascita di Roma dal punto di vista degli
Etruschi, e quindi tutta la storia che abbiamo conosciuto sui banchi di scuola
così come ci è stata tramandata dai vincitori romani l'ho vista con gli occhi
degli sconfitti, gli etruschi; ma non l'ho cambiata. I romani sono rimasti i
vincitori e gli etruschi gli sconfitti; ogni battaglia e ogni evento è rimasto
lo stesso e ha seguito l'andamento e l'esito che gli storici hanno tramandato.
Così è accaduto anche per "Il Margine dell'alba", dove le vicende
personali della figura storica del capitano Lacazette e di tutte le altre
figure storiche sono riportate fedelmente, come gli eventi e le battaglie. E
così è stato per Absedium. Ma, lo confesso, mi piacerebbe qualche volta poter davvero cambiare
la storia.
- Come
“arrivano” i personaggi della Storie di cui scrivo?
Arrivano per caso, inaspettati, in un
momento qualsiasi; magari incontrando una targa a un angolo di strada, o
scoprendo un opuscolo in qualche piccola libreria di paese... ti sussurrano
all'orecchio: riportami alla vita. E tu sei perduta, perché da quel momento di
quel personaggio devi sapere tutto, e poi arriva la Storia e nasce il romanzo.
E' stato così con il capitano Lacazette di Il Margine dell'alba e con
Vercingetorige, respirando l’aria dell’oppidum di Gergovia nell’Alvernia. E' sempre così.
Così in questo momento non so quale personaggio mi incontrerà per vivere di
nuovo.
- In questi anni di attività ha sempre
avuto una predilezione per il fantastico, che significato ha per lei questa
tematica?
Una premessa: un romanzo ambientato in
un'epoca storicamente realistica deve rispettare assolutamente il contesto
geografico, storico, sociale e ambientale in cui è svolto; è quindi un romanzo
dove personaggi realmente esistiti e personaggi creati dall'autore
interagiscono nell'ambito di una trama inventata dall'autore, ma nel contesto
di eventi storici reali, in un paesaggio reale, che il lettore può ancora
riconoscere ed eventualmente anche raggiungere e visitare. Un autore di romanzi
storici ha, a mio avviso, la licenza di interpretare la storia da differenti
punti di vista, ma non di cambiare quello che è effettivamente accaduto. Con la
trilogia degli Etruschi, io ho interpretato la nascita di Roma dal punto di
vista degli Etruschi, e quindi tutta la storia che abbiamo conosciuto sui
banchi di scuola così come ci è stata tramandata dai vincitori romani l'ho
vista con gli occhi degli sconfitti, gli etruschi; ma non l'ho cambiata. I
romani sono rimasti i vincitori e gli etruschi gli sconfitti; ogni battaglia e
ogni evento è rimasto lo stesso e ha seguito l'andamento e l'esito che gli
storici hanno tramandato. Così è accaduto anche per "Il Margine
dell'alba", dove le vicende personali della figura storica del capitano
Lacazette e di tutte le altre figure storiche sono riportate fedelmente, come
gli eventi e le battaglie. E così è stato per Absedium.
Ma mi piacerebbe qualche volta poter davvero cambiare
la storia.
- Cosa consiglia ad un
aspirante scrittore? Quali i primi passi da compiere?
Che cosa consiglio ad un aspirante
scrittore?
1) autocritica - 2) tenacia -
3) sacrificio
Proprio in quest'ordine, perché è facile
scrivere ciò che piace, più difficile è capire se ciò che abbiamo scritto può
piacere anche ad altri. La convinzione degli aspiranti scrittori che assediano
gli editor è che ciò che si è scritto per se stessi debba forzatamente
interessare qualcun altro. Nove volte su dieci una storia, anche se ben
scritta, è improponibile in un mercato che deve sostenere il confronto con
autori stranieri maestri nel genere, e un editore non può correre il rischio di
proporre un titolo non in grado di sostenersi. Le leggi del mercato editoriale
sono piuttosto rigide; per un piccolo editore, al di fuori dei grandi gruppi,
sbagliare anche un solo titolo nel programma di un anno può portare a un danno
spesso irreparabile. Inoltre, la principale pecca degli autori esordienti è
l'assoluta mancanza di professionalità (intesa come capacità di taglio,
revisione e presentazione del testo), e questa mancanza segna, e limita, anche
quegli autori che, pur avendo pubblicato qui e là qualche racconto, non
riescono poi a compiere il passo verso i grandi editori.
Tenacia, perché ne occorre davvero molta
per farsi "notare".
Sacrificio: è opportuno chiedersi, prima
di iniziare un lavoro serio, quanto del proprio tempo e dei propri interessi
possono essere abbandonati per dedicarvisi. Perché alla fine saranno davvero
tanti.
Ecco qua, il post è finito. Oggi mi è stato fatto un grande onore. Ho potuto raccontarvi di una grande scrittrice e abbiamo tutti insieme potuto godere di ottimi consigli e di un racconto diretto della sua storia come autrice. In anteprima posso dirvi che a ottobre uscirà il suo prossimo romanzo:
"IL MINISTERO DELLE ULTIME OMBRE", Fanucci Editore.
Ringrazio con tutto il cuore la signora Mariangela Cerrino per aver scelto questo blog, per averci offerto uno spaccato importante di cosa significhi essere scrittori. Grazie, mille volte grazie.
© 2015 di Massimiliano Riccardi